Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, disposti in ordine cronologico.
di Mimmo Magistro
Nel rispetto del mandato ricevuto dal Congresso, il nuovo gruppo dirigente del PSDI è stato impegnato, in queste settimane, nella ricerca di un confronto approfondito e costruttivo con la Costituente Socialista, anche nella prospettiva di una politica unitaria. Ci sono stati incontri e colloqui, non soltanto richiesti da noi, a diversi livelli e con vari angoli di visuale. Se ne può adesso tracciare un bilancio. In sintesi i maggiori dirigenti socialisti ci hanno sostanzialmente confermato che il processo costituente era ormai in dirittura d’arrivo e si era già avviata una nuova fase operativa. Infatti, con atto notarile era già stato costituito il “Partito Socialista” col simbolo della rosa nel quadrato e dal primo novembre è stata già aperta la campagna tesseramento che si concluderà alla vigilia della celebrazione del primo congresso, programmato per febbraio 2008. “Il PSDI - ci hanno confidato con grande franchezza - è gradito e desiderato purché si sciolga subito. In caso contrario – hanno concluso - non è dal PS che il PSDI potrà essere aiutato a trovare spazi di visibilità, poiché, un partito organizzato che si colloca nella stessa area politica, non è visto come potenziale alleato ma, piuttosto, come scomodo concorrente”. Ovviamente, a chi ci prospetta – di fatto – solo una confluenza, senza rispetto per la nostra storia, diciamo “no grazie” e andiamo autonomamente per la nostra strada. Se, come, dove e quando ci saranno altre forme di collaborazione, basate sul rispetto e sul riconoscimento reciproco, con i compagni socialisti si vedrà: in politica – diceva Pietro Nenni – si discute sempre. Enrico Boselli, forte – si fa per dire – dell'1 % (uno per cento) di cui lo accreditano i sondaggi, non ritiene prioritario raccordarsi con altre forze dell'area laica e socialdemocratica ed anzi sconfessa e capovolge la lettera e lo spirito dei due convegni di Bertinoro, che avevano aperto molte speranze in tal senso. Ne prendiamo atto; né sorprende quest'ennesimo, repentino cambio di direzione politica. La nuova legge elettorale svelerà quali e quanti calcoli reggeranno all'impatto con la realtà tenuto conto che il popolo di Bertinoro strada facendo si è disperso. Ci sia soltanto consentito di avvertire i compagni del PS del pericolo rappresentato dal fare della “cosa socialista” un partito vecchio stampo, senza ricambio, esasperatamente verticistico, colmo solo di “generali senza esercito”, imposti nel territorio a scapito della base, dei suoi sacrifici, delle sue attese. Quando il gruppo dirigente non rischia di mettersi in discussione ed in gioco, resta poco spazio per i giovani. Il tentativo di questi giorni di utilizzare il dibattito parlamentare sul Walfare per recuperare uno spazio politico è sembrato solo un tentativo – per certi versi patetico – per recuperare un ruolo ormai perso e travolto dal duo Berlusconi-Veltroni. La preoccupazione, la disillusione e l'insofferenza verso questa mentalità, che pure sembra guidare le mosse dei vertici del PS, si fa strada e, andando in giro per l'Italia, abbiamo potuto constatare de visu che sono numerosi ed autorevoli i compagni ed i gruppi di compagni che, pur riconoscendosi nella Costituente Socialista, chiedono regole e rispetto delle regole per il PS. Non è un caso se, in Sicilia, Puglia e Basilicata come altrove, si formano gruppi per chiedere una “regionalizzazione” della Costituente e questi compagni, guarda caso, vedono nel PSDI un interlocutore privilegiato ed anzi, anche nella più immediata prospettiva politica, preferiscono dialogare con noi piuttosto che con gli attuali vertici del PS. L’incontro con le altre forze laico-socialiste ed autonomistiche, già in atto, magari con l’aggiunta di personaggi come Pezzotta e Montezemolo (quest’ ultimo, peraltro, sollecitato ad avvicinarsi al PSDI tre anni fa dal Capogruppo Regionale Beppe Cioce) in rappresentanza del mondo sindacale e di questo imprenditoriale (che potrebbero dare vita ad un compromesso socialdemocratico di stampo saragattiano) può costituire – sia pure senza il clamore che accompagna Berlusconi e Veltroni – il vero fatto nuovo della politica italiana in questo fine 2007.
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro ha dichiarato: “non possiamo che apprezzare la decisione del Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro di bloccare il trasferimento di fondi per 1 miliardo di Euro destinati alle Ferrovie dello Stato. E’ davanti agli occhi di tutti la sciatteria e la trascuratezza delle Ferrovie dello Stato, soprattutto nei confronti del Sud. Ci sono voluti cinquant’anni per raddoppiare la tratta Lecce-Bari e quando i lavori si sono conclusi, sono state dimezzate, anziché aumentate le corse verso il Nord Italia. Per percorrere i 240 chilometri da Bari a Napoli ci vogliono ancora 5 ore! Di Pietro fa bene a dare una scossa a tutto l’ambiente ed a mandare a casa gli incapaci, ovunque siano ed a chiunque appartengano”.
Sabato 17 novembre è tornato a riunirsi a Catania il Congresso Regionale del PSDI Sicilia, i cui lavori erano iniziati il 30 settembre scorso, con l'elezione dei delegati al Congresso Nazionale, ed aggiornati per quanto riguarda la parte organizzativa, consistente nell'approvazione dello Statuto Regionale e nell'elezione degli organi dirigenti regionali. Mantenendo la promessa fatta ai compagni della Sicilia, il Segretario Nazionale, Mimmo Magistro, dopo aver presieduto – allora da Vice Segretario – la prima parte del Congresso, è tornato nella città etnea, dando prova di voler seguire da vicino il processo di costruzione del nuovo impianto federale del Partito e di essere sempre disponibile a sostenere in prima persona l'impegno politico delle compagne e dei compagni nel territorio. I lavori del Congresso, coordinati dal responsabile del dipartimento per le relazioni internazionali della Direzione Nazionale, Antonino Gennaro, sono stati introdotti dalla relazione di Mimmo Magistro che, in modo particolare, si è soffermato sul testo della legge finanziaria varato dal Senato, “un testo deludente – ha detto Magistro – che non avvia quelle riforme strutturali del sistema economico di cui il Paese ha bisogno” e sull'analisi delle attuali condizioni infrastrutturali delle regioni meridionali. “ Il Sud – ha continuato il Segretario del PSDI – è ormai un'area tagliata fuori dal moderno sistema di comunicazioni in Europa. E me ne rendo conto sempre più ogni volta che vengo, in automobile, a trovare i compagni della Sicilia. La rinuncia al ponte sullo Stretto di Messina e, quindi, a portare l'alta velocità ferroviaria nell'Isola, la scelta mancata, dal centro-destra come dal governo di centrosinistra in carica, di una politica economica rivolta a rimettere in equilibrio territoriale il sistema Italia dal punto di vista degli investimenti e della liberazione delle migliori risorse locali, di cui il Mezzogiorno possiede in potenza un'eccezionale ricchezza, verso la costruzione di lavoro e di reddito per i giovani e per le famiglie. Sono questi i grandi limiti che una forte politica riformista deve oggi proporsi di superare.” Hanno quindi preso la parola i tre compagni cui il Congresso Regionale, nell'assemblea del 30 settembre, aveva affidato la reggenza del Partito in Sicilia fino al rinnovo degli organismi. Vincenzo Castiglione ha illustrato le nuove regole contenute nella bozza di Statuto Regionale sottoposta alla discussione del Congresso, incentrata sulla creazione dei Circoli come momento centrale ed elemento propulsore della vita del Partito in Sicilia. “Un partito di iscritti e di militanti secondo un modello nuovo – ha detto, con la sua consueta spinta passionale, Castiglione – di democrazia e di partecipazione nella modernità”. Enzo Coco ha illustrato l'impegno del Partito per partecipare a pieno titolo alla prossima tornata di elezioni amministrative in Sicilia, a partire dalla città di Messina, chiamata a rinnovare anzitempo il Sindaco e il Consiglio Comunale, ed alle sette provincie che dovranno rinnovare Presidenti e consigli. Il Vice Segretario Nazionale Antonello Longo, dal canto suo, ha tracciato un quadro della situazione politica siciliana, evidenziando la crisi del sistema bipolare in molti dei principali enti locali ed il sostanziale abbandono dell'Isola al suo destino da parte delle grandi forze egemoni dell'economia e della politica nazionale. “L'emergere – ha detto Antonello Longo – di una forte presenza autonomista in Sicilia non può essere ridotta a mero fatto clientelare. La spinta autonomista risponde all'esigenza vera di cercare un nuovo metodo di selezione dei ceti dirigenti, di accettare la sfida del federalismo, ed è causata da decenni di politica economica nazionale estranea e sostanzialmente contraria agli interessi del Mezzogiorno. Si tratta quindi, per il governo Prodi e per l'intera classe politica, di dare risposte urgenti e concrete alle questioni avanzate dai siciliani sul terreno di un sistema inter-modale di trasporti, dello smaltimento dei rifiuti e delle scorie tossiche nella salvaguardia dell'ambiente, della fiscalità di vantaggio, del sostegno alle produzioni agricole, del rilancio dell'economia isolana, della difesa della società dalla penetrazione mafiosa e di un debole tessuto economico dal denaro riciclato.” È stata poi la volta dei saluti e degli interventi da parte dei numerosi ospiti presenti. Hanno preso la parola: l'On. Salvino Fagone per “Italiani nel Mondo”; il consigliere provinciale Mario Grancagnolo per l'UDEUR; il compagno Antonio Leanza per “I socialisti”; il coordinatore della “lista laica” Santo Milici; il dirigente regionale del PRI e dell'AGCI Nicola Di Martino. I lavori, interrotti per pranzare tutti insieme, sono ripresi nel pomeriggio con l'ampio, intenso dibattito dei delegati. Al termine è stato dato mandato al nuovo Coordinamento Regionale di elaborare il documento politico conclusivo del Congresso, mettendo in risalto l'impegno del Partito in Sicilia a partecipare al prossimo turno di elezioni amministrative puntando sulla propria autonomia e sulla visibilità del simbolo del Sole Nascente. Al Coordinamento Regionale è stato dato anche il mandato di coordinare la bozza di Statuto Regionale proposta da Vincenzo Castiglione, che si intende approvata con le numerose proposte di emendamento presentate dai delegati al Congresso ed avanzate da alcuni Coordinamenti Provinciali. Il Coordinamento Regionale, nella sua riunione di insediamento, approverà dunque il testo definitivo da trasmettere alla Direzione Nazionale ai sensi dello Statuto Federale e da pubblicare sul sito del Partito. Il Congresso, all'unanimità, ha deciso che di dare mandato alla nuova Segreteria Regionale di curare la realizzazione e la messa in rete del sito Internet ufficiale del Coordinamento Regionale del PSDI della Sicilia. A titolo di norma transitoria e finale il Congresso ha deciso che il Coordinamento Regionale della Sicilia sia formato: dal Segretario Regionale; dal Presidente; dal Tesoriere; da 21 componenti eletti dal Congresso Regionale; dai membri della Direzione Nazionale residenti e iscritti in Sicilia; dai Segretari Provinciali della Sicilia; dal Presidente della Consulta Regionale per le Pari Opportunità; dal Segretario Regionale della GSDI; i Parlamentari nazionali e regionali in carica residenti e iscritti in Sicilia; i Consiglieri in carica delle nove Provincie della Sicilia iscritti al PSDI e che hanno reso nei rispettivi consigli pubblica e verbalizzata dichiarazione di appartenenza al Partito; dai Consiglieri comunali in carica eletti nei Comuni della Sicilia col sistema proporzionale, iscritti al PSDI e che hanno reso nei rispettivi consigli pubblica e verbalizzata dichiarazione di appartenenza al Partito. Partecipano alle riunioni del Coordinamento Regionale con voto consultivo: il Presidente del Collegio Regionale dei Probiviri; gli ex Parlamentari nazionali e regionali iscritti al PSDI e residenti in Sicilia; gli ex Consiglieri e Assessori provinciali iscritti al PSDI e residenti in Sicilia; gli ex Consiglieri e Assessori dei nove comuni capoluogo di provincia della Sicilia iscritti al PSDI e residenti in Sicilia. Sulla scorta di questi criteri si è passati quindi all'elezione dei nuovi organi dirigenti regionali della Sicilia, che, per acclamazione, risultano così composti: Segretario Regionale: Vincenzo Castiglione; Presidente: Enzo Coco. Coordinamento Regionale della Sicilia: Vice Segretario vicario: Gregorio Enrico Chiarenza (Trapani); Vice Segretario, politiche giovanili e pari opportunità: Lucia Angelico (Siracusa); Vicesegretario, politiche del lavoro e innovazione: Valentino Ricciutelli (Messina); Tesoriere: Nicola Castana (Catania); Responsabile Enti Locali: Onofrio Cannavò (Catania); Responsabile Organizzazione: Leonardo Ganci (Agrigento); Responsabile Comunicazione e rapporti con la stampa: Marcantonio Pinto Vraca (Palermo). Componenti: Concetto Renzo Vinci, Edoardo Pocchi e Gianni Nodo (Siracusa); Giacomo Asaro e Vito Galbo (Trapani); Benedetto Alcoraci, Giacomo Coppola e Salvatore Filippone (Agrigento); Antonino Gennaro e Salvatore Andolina (Catania); Luigi Messina (Caltanissetta). Gli altri componenti saranno indicati, entro la seduta di insediamento, dal Coordinamento Provinciale di Messina. È dato mandato al Coordinamento Regionale di cooptare, appena se ne presenteranno le condizioni, un componente ciascuno per le provincie di Enna e di Ragusa. Infine il Congresso, come norma transitoria, esclusivamente per questa prima volta, ha dato mandato al Coordinamento Regionale, a condizione che la decisione venga presa all'unanimità, di definire la composizione del Collegio Regionale dei Probiviri, designando come Presidente il compagno Renato Fazzone, avvocato e docente di diritto, in atto Segretario Provinciale di Messina.
Il Segretario Nazionale del PSDI ,Mimmo Magistro, ha dichiarato: “La morte eroica del Maresciallo Paladini avrebbe dovuto indurre l’intera classe politica ad una comune profonda partecipazione di dolore e di apprezzamento per la quotidiana azione sociale – più che militare - portata avanti dal nostro contingente in Afghanistan. D’altro canto sarebbe bastato conoscere compiti e funzione del reparto “genio-pionieri” per comprendere l’importanza dell’impegno dei nostri soldati che, occorre ribadirlo, agiscono nell’ambito di una missione di Pace sotto l’egida dell’ONU. Per tali motivi è veramente disdicevole, strumentale e sconsiderato l’intervento di alcuni esponenti della sinistra radicale, anche di alto livello istituzionale, di critica alla missione e di conseguente ritiro dalla stessa. Tali affermazioni indeboliscono la sicurezza dei nostri soldati, perché rafforzano i talebani e quelle forze terroristiche che vogliono far saltare la politica di stabilizzazione e di democrazia dell’area”.
La Commissione Nazionale di Pari Opportunità del PSDI aderisce con entusiasmo alla manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne che si terrà a Roma il 24 novembre prossimo. L'iniziativa, che segue altri importanti appuntamenti nazionali o locali che hanno consentito alle donne di ritrovare coraggio e coesione, non può non coinvolgere tutte quelle espressioni democratiche, siano esse Partiti o Associazioni, che credono nella libertà, nella certezza del diritto, nella consapevolezza dei valori. L'impegno della Commissione Nazionale di Pari Opportunità del PSDI sarà costante e permanente, fino a che la violenza contro le donne non sarà più un fenomeno rilevante e sconvolgente e la parità dei diritti, ivi compreso quello più importante della sicurezza personale, diventerà patrimonio culturale di tutti gli italiani.
Norina Mercuri - Presidente Nazionale Pari Opportunità PSDI
MARTEDI A GRAVINA INCONTRO SU “LAVORO, GIOVANI E SVILUPPO DEL TERRITORIO”
“Lavoro, giovani e sviluppo del territorio”: così s’intitola il convegno organizzato dai giovani socialdemocratici della Fondazione Michele Digiesi per martedì prossimo, 20 novembre, alle ore 18, nell’auditorium San Sebastiano di Gravina in Puglia. L’incontro sarà moderato da Oronzo Rifino, vice presidente della Fondazione Digiesi. Dopo i saluti del sindaco Rino Vendola interverranno Francesco Gargano, presidente della Fondazione e segretario del Psdi a Gravina, Mimmo Magistro, segretario nazionale del Psdi e presidente onorario della Fondazione Michele Digiesi, Gian Maria Fara, presidente nazionale Eurispes e Beppe Cioce, capogruppo del Psdi alla Regione Puglia e segretario del consiglio regionale.
VENTIQUATTRO ANNI FA MORIVA MICHELE DI GIESI. MARTEDÌ UN CONVEGNO A LUI DEDICATO A GRAVINA DI PUGLIA
di Mimmo Magistro
Nel pomeriggio del 22 novembre del 1983 si spegneva a Roma Michele Di Giesi, più volte ministro al Mezzogiorno, alle Poste, al Lavoro ed alla Marina Mercantile. Il primo Ministro, nella storia delle Repubblica italiana che seppe dire di no e non si presentò al giuramento in Quirinale perché, giochi interni al PSDI lo avevano fatto retrocedere – pur essendo stato sempre il più brillante dei ministri socialdemocratici- agli Affari regionali, un ministero , senza portafoglio e che, come sanciva il manuale Cancelli, era considerato di serie C. Altri tempi! Erano i tempi in cui il Ministro Vito Lattanzio non esitò un attimo a rimettere il suo mandato di Ministro della Difesa allorquando l’ex nazista Kappler fuggi dal carcere militare. C’era, con tutte le riserva, gli errori ed i limiti della vituperata prima Repubblica, una sorte di codice d’onore che veniva accettato, rispettato e praticato da maggioranza ed opposizione. Non appena un Ministro o un Presidente del Consiglio veniva investito da una polemica c’era un atto di coraggio che si chiamava dimissioni a cui tutti, deboli e potenti, non si sottraevano. Oggi - dubitiamo in meglio per il Paese- le cose vanno in modo diverso. Mastella, Amato, per citare i casi di queste ultime settimane sarebbero stati più apprezzati se avessero messo a disposizione i loro mandati. I giovani di Gravina di Puglia, comune di origine della famiglia Di Giesi, rileggendo i suoi scritti e la sua storia personale e politica hanno deciso di ricordarlo con un convegno dedicato ai giovani e istituendo una Fondazione a lui dedicata che possa raccogliere i suoi scritti e le sue opere. A 56 anni si è tanto giovane per morire, ma il suo pragmatismo, il suo rapporto fraterno con Moro, con Tatarella, con Napoletano, con Cossiga ed Andreotti, sono nella documentazione storica raccolta dagli amici più cari. Vice Sindaco di Bari con Trisorio Liuzzi , divenne Vice presidente a via Capruzzi quando “don Gennaro” passò alla Regione. Nell’80 diede vita, con Rino Formica, al primo laboratorio politico sull’alternativa socialista al Comune di Bari, istituzione che non volle mai lasciare perché voleva mantenere vivo il rapporto con la sua terra. Insieme diedero vita ad una giunta laico-socialista senza la DC ed il PCI. I suoi giovani di allora, con tanti chili in più e tanti capelli in meno, lo ricordano ancora e lo indicano quotidianamente alle giovani generazioni. Michele Di Giesi dialogava con il Presidente della Confindustria e il più umile degli operai. Discettava e filosofeggiava con Vittore Fiore e Mario Dilio di Meridionalismo, ma aveva il tempo per stare con i compagni della città vecchia la domenica mattina a parlare di calcio. Un gigante della politica per i suoi estimatori, uno dei tanti politici da dimenticare per i suoi detrattori perché reo di aver assunto 2000 invalidi alle Poste. Per chi come me, 24 anni fa era il segretario della sua federazioni di partito e che conserva gli oltre 1000 tra telegrammi e lettere di condoglianze pervenute dai grandi del Paese e dalle sue piccole cooperative di pescatori, è un gigante della politica pugliese che in tanti hanno dimenticato troppo presto. Quando dal XXVII congresso nazionale del PSDI sono stato chiamato a guidare il Partito il mio pensiero è volato a lui, che era morto per tentare di raggiungere questo traguardo e che, anziché riposarsi, come gli avevano consigliato i medici dopo il primo infarto, si era rituffato nel lavoro di partito per vincere il XVIII Congresso. Il destino ha voluto che il più giovane del suo gruppo dirigente, il “suo pupillo” secondo le confidenze degli amici più cari , sia stato chiamato a tale incarico, 24 anni dopo, alla stessa sua età. Maledetta, ineguagliabile, splendida “prima Repubblica”.
Si è tenuto a Venezia il 19 ottobre 2007 un convegno dibattito sull'emergenza casa a Venezia organizzato dal Gruppo Consiliare PSDI che ha visto la presenza di varie forze politiche, dell'Assessore Comunale alla casa, del Vice-Presidente ATER nonché del Presidente della società pubblica comunale Immobiliare Veneziana.
Intervento Ing. Alberto Tomassini
Intervento Ezio Oliboni
Intervento Arch. Rizzi
E' venuto a mancare nei giorni scorsi nella sua Catania il compagno On. Diego Lo Giudice. Si è spento a soli sessantuno anni cedendo ad un male inesorabile. Dire addio a Diego equivale a salutare un pezzo importante di storia dell’impegno politico socialdemocratico in Sicilia e nel nostro Paese. Diego è stato un educatore. Ha sempre dimostrato un vivo interesse per i problemi sociali, impegnandosi sin da ragazzo nell'attività politica, formandosi nella GSDI, il movimento giovanile del partito che fu di Giuseppe Saragat. Negli anni successivi ricoprì numerosi incarichi, da Segretario Provinciale a Consigliere Nazionale del P.S.D.I. ed infine a membro della Direzione Nazionale del Partito.
Educato ai valori di libertà, giustizia e democrazia, venne eletto giovanissimo nel Consiglio Comunale di Catania, rivestendo in seguito diversi incarichi di governo della città, un lavoro premiato nel 1986 con un largo consenso popolare e l'elezione a Deputato regionale nella X legislatura e nella XI Legislatura, giungendo a ricoprire anche la carica di Assessore Regionale all'Industria. Tutti i siciliani lo ricorderanno sempre come un punto di riferimento, un amico cordiale e un politico popolare, con il sorriso aperto di chi è sempre stato vicino alla vita vera ed ai problemi della gente comune.
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