Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, disposti in ordine cronologico.
“ORA ASPETTIAMO PROPOSTE E PROGRAMMI”
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato: “Il PSDI , sino all’ultimo, con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, del proprio rappresentante, On. Giorgio Carta, ha lealmente sostenuto il Governo Prodi. Prendiamo atto che una stagione politica si è conclusa. Riteniamo sia un errore andare subito alle elezioni senza una nuova legge elettorale che, per i socialdemocratici, dev’essere proporzionale e di tipo tedesco per agevolare le aggregazioni , ovvero, senza aver doverosamente votato i quesiti referendari. Saremo, comunque, attenti all’evoluzione della crisi politico-istituzionale e valuteremo le future proposte in campo , con particolare attenzione ai programmi”.
La Segreteria Nazionale del PSDI esprime solidarietà al Senatore Mastella per la vicenda personale che lo ha colpito. Pur nella massima fiducia nella Magistratura, nel sul complesso, si pone con forza la questione, non ancora risolta, di assicurare a tutti i cittadini certezza del diritto e le giuste garanzie di fronte alla Legge. La scelta di aprire la crisi del Governo Prodi, però, è grave perché far precipitare un sistema politico in difficoltà verso le elezioni anticipate, rallenta il processo riformatore e lascia senza guida il Paese in un momento di drammatiche emergenze sul piano economico, sociale e civile. Se l’obiettivo della crisi è quello di eludere l’appuntamento referendario, giudicato ammissibile dalla Corte Costituzionale, il PSDI pur essendo contrario nel merito ai quesiti referendari, il cui accoglimento creerebbe un mostro politico e giuridico, ritiene democraticamente più corretto consultare in materia il corpo elettorale, piuttosto che andare al voto con una legge da tutti condannata per gli effetti deleteri che ha prodotto. Perché il Referendum possa essere evitato, rimane solo la strada di un accordo politico-istituzionale di alto profilo, attorno ad una Legge Elettorale non liberticida , ma che sia di supporto ad un sistema istituzionale nuovo, più stabile e più produttivo. La Segreteria Nazionale, dà mandato pertanto all’On. Giorgio Carta, rappresentante del PSDI alla Camera dei Deputati , di votare la fiducia al Governo Prodi, esprimendo, pur nei ristretti limiti di tempo concessigli, la posizione critica dei socialdemocratici italiani.
Clicca qui per scaricare la domanda di adesione.
Le adesioni dovranno essere inoltrate – attraverso i Comitati Regionali - unitamente alla copia del bonifico, a mezzo fax al n. 080/5610038; e mail psdinazionale@libero.it , ovvero, presso la Segreteria Nazionale - V.le Bruno Buozzi, 87 – 00197 ROMA.
Coordinate bancarie per il tesseramento:
c/c n. 1000/1393, intestato a PSDI Partito Socialista Democratico Italiano, in essere presso l’Istituto “Banco di Napoli S.p.a.” ABI 01010 – CAB 04009 – IBAN: IT34 C010 1004 0091 0000 0001 393, con causale “ tesseramento 2008”.
L’AUTONOMIA DEL PSDI PER UNA NUOVA POLITICA ECONOMICA ED UN’AUTENTICA SVOLTA RIFORMISTA
La Direzione Nazionale del PSDI, riunita a Roma l'11 gennaio 2008, nel 61° anniversario della scissione di Palazzo Barberini, riafferma la determinazione del Partito a dare continuità politica all'idea di Giuseppe Saragat che, conservando intatta la sua attualità culturale, rende i socialdemocratici storici italiani parte integrante del Socialismo Europeo, nel cui ambito essi rappresentano la visione più vicina alla cultura liberale ed all'Umanesimo socialista. Forte di questo limpido riferimento ideale, il PSDI rinnova l'impegno – già deliberato dal XXVII Congresso – a recuperare ruolo politico e dimensione organizzativa su scala nazionale, agendo in piena autonomia politica. L’impegno per le elezioni amministrative L’autonomia si realizza creando o potenziando riferimenti e strutture in tutte le Regioni italiane, assicurando dal centro un coordinamento ed un indirizzo politico unitario. La partecipazione alle elezioni amministrative, dovunque sia possibile, con il simbolo del “Sole Nascente” è l’obiettivo immediato su cui concentrare l’iniziativa del Partito. Il PSDI, per la sua stessa natura di componente riformista della sinistra italiana, si adopera perché il centrosinistra, ai livelli locali come in sede nazionale, riconosca l’importanza e la pari dignità della partecipazione socialdemocratica. Laddove ciò non risulti possibile, il Partito – anche sulla scorta delle regole che le Regioni stabiliranno nei loro Statuti - lascia alle strutture locali il compito di scegliere posizioni di schieramento basate su programmi condivisi e sulla partecipazione effettiva alle scelte di coalizione, restando riservata al livello federale la facoltà di evitare indirizzi locali non compatibili con la coerenza ai principi fondamentali cui deve in tutti i casi essere ispirata la presenza socialdemocratica. La strada che sembra oggi più giusta e praticabile, in attesa che si chiariscano le posizioni e le strategie delle forze politiche maggiori , è quella di un raccordo politico ed operativo tra le formazioni, ancorché minuscole, che si riconoscono nei valori del socialismo e del riformismo, così come deliberato nel Congresso di Bellaria. Prendere parte al confronto politico su posizioni raccordate può conferire uno spazio di maggiore visibilità anche dove non si dispone della forza per formare autonomi raggruppamenti. Un nuovo, proficuo rapporto di dialogo e di collaborazione va intrapreso con le formazioni politiche di più marcata dimensione territoriale che sostengono le posizioni di valorizzazione delle autonomie locali, in un quadro di federalismo solidale, attento alle fondamentali, imprescindibili esigenze di riequilibrio territoriale del Paese.
L’eventualità di un’accelerazione della crisi politica nazionale
La Direzione Nazionale è impegnata a seguire attivamente gli sviluppi di una situazione politica in fase di rapida evoluzione, che potrebbe portare ad elezioni politiche anticipate, ed, in questo caso, definirà, valutando approfonditamente – anche in considerazione della legge elettorale con la quale si andrà al voto - le ragioni di opportunità e di coerenza da mettere alla base di eventuali proposte di alleanza elettorale. A chi ci prospetta – di fatto – solo una confluenza, senza rispetto per la nostra storia, diciamo “no grazie” e andiamo autonomamente per la nostra strada. In particolare abbiamo preso atto che i compagni della Costituente Socialista, non concordano con noi nel ritenere prioritario un raccordo tra i gruppi dell'area socialista, laica, socialdemocratica e liberale ed anzi sconfessano e capovolgono la lettera e lo spirito dei due convegni di Bertinoro, che avevano aperto molte speranze in tal senso. La nuova legge elettorale svelerà quali e quanti calcoli reggeranno all'impatto con la realtà, tenuto conto che è comune l’interesse alla sopravvivenza mentre la polverizzazione di questa galassia politica danneggia tutti. In caso di elezioni politiche il gruppo dirigente nazionale dovrà coinvolgere immediatamente tutte le istanze del Partito, a partire dal Consiglio Nazionale e dai Coordinamenti Regionali, per adottare scelte maturate attraverso il dibattito più ampio ed approfondito possibile. Da subito, intanto, il dibattito interno va indirizzato su contenuti e proposte che rafforzino la forte identità politica del Partito dandogli autorevolezza nell’attualità del confronto politico.
Il PSDI ha avviato la Campagna per il Tesseramento 2008.
Il Consiglio Nazionale del Partito, nella riunione del 12 gennaio, ha deliberato l'apertura immediata della Campagna Tesseramento per l'anno in corso, fissandone la conclusione al 31 marzo.
Entro quella data dovranno pervenire alla Direzione Nazionale - a cura dei Segretari Regionali - gli elenchi degli iscritti di ciascuna regione, suddivisi per provincia ed accompagnati dal versamento delle relative quote. Sebbene nuove adesioni al Partito possano essere raccolte in qualunque momento, tuttavia ai fini congressuali si terrà conto - per quanto riguarda l'anno 2008 - soltanto dei dati del tesseramento e dei pagamenti che perverranno entro il 31 marzo.
La quota individuale di adesione al PSDI di competenza della Direzione Nazionale è stata fissata in soli 10 Euro. Tutte le somme aggiuntive versate dagli iscritti rimangono a disposizione degli organismi regionali, provinciali e dei circoli, secondo le modalità stabilite in sede locale. I compagni che ricoprono cariche di partito o incarichi in enti pubblici o ruoli istituzionali devono versare una quota aggiuntiva, almeno nella misura minima deliberata dalla Direzione Nazionale.
Dal Congresso di Bellaria il Partito è impegnato a ritrovare una sua autonoma dimensione politica ed organizzativa su scala nazionale. L'opera di aggregazione e di rilancio, che richiede l'impegno partecipe ed attivo di tutti i militanti, deve vedere come il primo e più essenziale passo, sia sul piano della crescita organizzativa che dell'autofinanziamento del Partito, la raccolta e l'incremento delle adesioni.
E' necessario raccogliere di ogni iscritto - oltre all'indirizzo al quale preferisce ricevere la corrispondenza, comprensivo di codice postale - il luogo di iscrizione nelle liste elettorali, che risulterà utile per organizzare la raccolta delle firme necessarie alla presentazione delle liste alle prossime elezioni (solo per le Europee del 2009 saranno necessarie 150.000 firme autenticate, corredate dal certificato elettorale, obbligatoriamente provenienti da tutte e 20 le regioni italiane e non solo da alcune) ed inoltre l'E-mail di coloro che utilizzano la posta elettronica ed in ogni caso il numero di cellulare per poter inviare comunicazioni via SMS.
INTERPELLANZA URGENTE
presentata dall’on. Giorgio Carta
Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’Economia e delle finanze ed il Ministro della Funzione Pubblica, per sapere - premesso che: L’interrogante ha avuto notizia dalla stampa (Secolo XIX e L’Indipendente dell’8 dicembre 2007, Il Corriere della Sera del 13 dicembre 2007), anche specialistica (Finanza & Mercati del 12 e 14 dicembre 2007), che la Procura regionale del Lazio della Corte dei Conti ha formalmente contestato all’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) la mancata riscossione di 191 milioni di euro, non avendo l’ente provveduto a sanzionare, come previsto dalla legge (articoli 7 e 11 del decreto legislativo n. 322 del 1989), le mancate risposte ai questionari statistici inviati a cittadini e imprese. Tali fatti erano già stati oggetto dell’interpellanza urgente n. 2-00621 presentata dall’odierno interrogante giovedì 21 giugno 2007, nella seduta n. 174. Poiché si tratta, come stimato dallo stesso ISTAT, di oltre 350 mila mancate risposte ogni anno, applicando la sanzione minima, il danno cagionato all’erario, soltanto per gli ultimi cinque anni non soggetti a prescrizione, ammonterebbe a somme varianti da un minimo di 775 milioni a un massimo di 7,5 miliardi di euro. Si deve dunque ritenere che la Corte dei Conti, nelle sue censure, abbia già fatto esercizio di un ampio potere riduttivo. Ciò nonostante si è registrato il tentativo di inserire nella legge finanziaria 2008 una norma ad hoc (articolo 144 bis, comma 9), subito battezzata “indulto statistico”, avente carattere retroattivo e con la quale di fatto si intendeva condonare la partita di danno erariale contestata dalla Corte dei Conti, impedendo a quest’ultima di recuperarla da coloro (presidente, consiglio di amministrazione e direttori dell’ISTAT) che presumibilmente l’avevano cagionata. A seguito delle proteste giunte al Governo, tale tentativo era stato sventato in extremis al momento della predisposizione dei tre emendamenti in cui era confluita l’ultima legge finanziaria. Paradossalmente, quest’anno la richiesta avanzata dall’ISTAT per una “sopravvivenza dignitosa” aveva ad oggetto proprio 190 milioni di euro. Come già pubblicizzato dalla stampa (Italia Oggi e Finanza & Mercati del 2 gennaio 2008), però, il c.d. indulto statistico uscito dalla porta è subito rientrato dalla finestra. Infatti, l’art. 44 del d.l. n. 248 del 2007 (c.d. decreto milleproroghe) ha nuovamente stabilito che «fino al 31 dicembre 2008, ai fini delle sanzioni amministrative previste, e con riguardo alle rilevazioni svolte anche anteriormente alla data di entrata in vigore del presente decreto, è considerato violazione dell’obbligo di risposta esclusivamente il formale rifiuto di fornire i dati richiesti». Quindi, non solo la sanatoria coprirà tutto il 2008 e sarà retroattiva, applicandosi anche alle rilevazioni statistiche svolte prima dell’entrata in vigore del provvedimento, ma, anche per il futuro, l’omessa compilazione del questionario non determinerà ex se la sanzione prevista dal decreto legislativo n. 322/1989. Sarà infatti necessario il requisito ulteriore del “rifiuto formale” di fornire i dati richiesti, una mostruosità – questa - non solo giuridica ma anche sul piano del senso comune, che il Governo, su sollecitazione del Parlamento, in sede di redazione dei maxi emendamenti alla finanziaria aveva soppresso e sulla quale già la stessa stampa ha ironizzato a sufficienza. L’odierna riproposizione costituisce quindi un affronto alla dignità ed al ruolo del Parlamento. Non solo, ma è evidente ancora una volta il collegamento tra la sanatoria contenuta nel milleproroghe e la recente richiesta di danni avanzata dalla magistratura contabile all’Istituto Nazionale di Statistica presieduto da Luigi Biggeri. Tenuto conto che l’Istituto di statistica avrebbe potuto reperire i 190 milioni di euro richiesti ed anche di più per l’espletamento delle delicatissime funzioni demandategli solo facendo rispettare le norme di legge e non gravando sulle esauste finanze dello stato ed dei più ancora più esausti cittadini; che sarebbe incomprensibile un surrettizio condono statistico considerando che con l’entrata in vigore di una simile norma si esonera – anche per il futuro - da responsabilità ogni omessa compilazione dei questionari statistici non accompagnata dalla formale e spontanea ammissione di responsabilità del trasgressore; che, in tal modo, l’ISTAT potrebbe correre il rischio di non disporre di alcun dato statistico da elaborare; che intervenendo in pendenza di un procedimento giurisdizionale contabile potrebbe la Corte dei Conti adire la Corte Costituzionale per lamentare l’evidente conflitto di poteri; che in tal modo si arrecherebbe un gravo danno alla attendibilità dei rilevamenti statistici forniti nonché al prestigio e alla neutralità dell’ente. chiede al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Economia e delle finanze e al Ministro della Funzione Pubblica, quest’ultimo nella veste di vigilante, se intendano ritirare nuovamente la disposizione giuridica in esame e, comunque, quali provvedimenti intendano adottare per accertare le ridette responsabilità ed inadempienze; per assicurare la correttezza dell’indagine statistica in Italia; nonché per assicurare l’applicazione delle disposizioni legislative clamorosamente disattese dall’ISTAT
On. Giorgio Carta
Sull’emergenza rifiuti in Campania, interviene il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro per il quale “Bassolino e Jervolino farebbero bene, per dignità, a rassegnare le dimissioni per l’ormai dimostrata incapacità a combattere le cosche che si nascondono dietro all’emergenza rifiuti. In assenza di tali salutari dimissioni il Ministro degli Interni Amato – peraltro “coperto” dai continui opportuni richiami ed allarmi del Capo dello Stato - dovrebbe finalmente dimostrare di non essere - come qualcuno tenta di dipingerlo - un debole, ma dovrebbe avere la forza di sciogliere il Consiglio Regionale e quello Comunale, per manifesta incapacità”.
MAGISTRO(PSDI): LE TASSE UCCIDONO IL PAESE.
IL CASO DELL’IMPRENDITORE BARESE CHE SI È DATO FUOCO PER DIFFICOLTÀ ECONOMICA
Commentando il suicidio dell’imprenditore barese, il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato: “Il suicidio dell’imprenditore barese in difficoltà economica, che si è dato fuoco, dovrebbe imporre una seria e non demagogica riflessione sui cosiddetti poveri, o, se si vuole, cosiddetti ricchi. Non siamo né tra chi tifa Prodi per il quale in Italia va tutto bene, né tra i fans di Berlusconi, che disegna un Paese fermo nella melma. Siamo, invece, convinti che tra i presunti poveri si annidino tanti evasori, piccoli e grandi, e che tra i cosiddetti poveri ci siano categorie a reddito fisso e pensionati che hanno visto ridursi e, in alcuni casi, dimezzarsi i propri redditi netti da tasse ed imposte, dirette ed indirette, di Stato, Regioni e Comuni. Basti pensare alla crescita esponenziale del prezzo della benzina o ai parcheggi a pagamento, prima presenti in poche strade dei grandi comuni per permettere il turn over delle auto e che ora è diventato un vero e proprio “pizzo” pubblico autorizzato. E’ ora di smetterla di considerare i cittadini con redditi lordi a 28.000 euro (netti a 1.500 euro) tra i ricchi e si faccia in modo, al contrario, di invogliare la gente ad avere qualche ambizione per un futuro migliore, creando più posti di lavoro stabili e redditi più alti a tutti, lasciando che sia l’assistenza ad interessarsi, in maniera seria e credibile, dei veri poveri e non di chi finge di essere tale. Le rassicurazioni di Prodi sull’intervento del Governo ci tranquillizzano. Però faccia attenzione perché rischia di scottarsi se alle parole non seguiranno i fatti”.
Inizia a dare i suoi frutti la iniziativa politica assunta in Puglia per intestare piazze e via di tutti i Comuni a Giuseppe Saragat. Dopo la interlocuzione di tanti comuni, c’è la prima formalizzazione. È il Comune di Diso (Le) che con delibera G.C. del 23/11 U.S. ha denominato una strada della frazione di Marittimo al nostro fondatore. Il Segretario Nazionale, Mimmo Magistro, ha personalmente ringraziato il Sindaco della simpatica cittadina, Fernando Minonne.
Sincera solidarietà a Prodi viene espressa dal Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro. “E’ semplicemente stupefacente l’atteggiamento di Rifondazione Comunista – afferma Magistro- che continua a picconare quotidianamente il Governo, dopo lo scossone disdicevole di Bertinotti”. “Non si può essere nel Governo – aggiunge Magistro – e contro il Governo. Se c’è un errore da addebitare a Prodi è quello di aver dato spazio eccessivo alle proposte della sinistra radicale. La gente non vuole le elemosine che si nascondono dietro le continue proposte della sinistra radicale , ma un progetto di sviluppo. I pensionati sono pronti a rinunciare a qualche Euro al mese pur di veder aprirsi le porte di un lavoro stabile e duraturo per i propri figli e nipoti.” “Non si può ridistribuire - per Magistro – una ricchezza che non si crea, né si può pensare di togliere ai ricchi – o al ceto medio produttivo – per dare a presunti poveri, perché i primi (i ricchi) sono ormai una razza in estinzione ovvero pecore (i ceti medi produttivi) già abbondantemente tosate da tasse dirette ed indirette dei Comuni, delle Province e delle Regioni, nonché dalla svalutazione del valore dell’euro. Tra i cosiddetti poveri- non dimentichiamolo mai - si nasconde la marea dei grandi evasori”.
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