Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, disposti in ordine cronologico.
Mimmo Magistro, Segretario Nazionale del PSDI, ha dichiarato:
“Non conosco chi abbia consigliato l’Avv. Francesco Manna – Capo di Gabinetto del Presidente Vendola – ad intervenire sui problemi dell’Avvocatura Regionale. Di certo ho motivo di ritenere che – provenendo da Napoli – come tanti altri dirigenti ed amministratori extra-regionali cooptati dal Governo Vendola (come si sa San Nicola è amante dei forestieri) non abbia mai avuto contezza di quanto accade da un anno a questa parte e di come il Settore sia stato affidato ad una professionista in mobilità del Comune di Bari, diventata cassazionista nei giorni in cui trasferiva le sue suppellettili da Corso Vittorio Emanuele al Lungomare Nazario Sauro. Un trasferimento atipico, in quanto all’interno della struttura Regionale c’erano avvocati più esperti (da 15 anni cassazionisti) e poiché in presenza di un provvedimento della Giunta per la riforma dell’Avvocatura Regionale, che prevede per il responsabile una anzianità minima di 12 anni in Cassazione. Non si è mai riuscito a sapere se è stato un miracolo di San Nicola o di San Michele, di certo è che, per la prima volta nella storia della Regione Puglia, un dirigente è stato denunciato dalla UIL per comportamento antisindacale e che le promesse della Giunta, per dare spazio ai giovani avvocati in attesa dei concorsi, sia rimasto solo spot di campagna elettorale”.
Ai compagni del Direttivo Regionale Pugliese
Loro Sedi
Roma, lì 19.06.2008
Cari compagni, Vi informo che, giusta delega della Segreteria Nazionale, il Direttivo Regionale è convocato in via straordinaria per le ore 19.00 di lunedì 23 giugno 2008 – presso l’ ARS CLUB (Associazione Ricreativa Socialdemocratica) – Bari – Ceglie del Campo – Via Municipio, 24/C, per l’esame del seguente O.d.G. :
1) esame situazione politica ed organizzativa del Comitato Regionale. Provvedimenti conseguenti;
2) varie ed eventuali.
In attesa di incontrarVi, invio cari saluti.
IL SEGRETARIO NAZIONALE Mimmo Magistro
I socialdemocratici pugliesi, riuniti alla presenza del Segretario Nazionale, Mimmo Magistro valutano negativamente e non rispondente alle intese sottoscritte la gestione complessiva del Governo Vendola che in alcuni settori è ben più clientelare, pasticciona e spendacciona dei precedenti governi pugliesi.
Per il PSDI, Vendola ha creato un vero e proprio bunker fortificato e cementificato dall’uso “sbarazzino” del potere davanti a cui arrossirebbero alcuni protagonisti della prima Repubblica.
Infatti, lungi dal privilegiare la partecipazione e la collaborazione di forze politiche, sindacali, imprenditoriali e semplici cittadini, ha commissariato la sua Giunta, Giunta che a sua volta “tiene in pugno”, piegandoli ad interessi anche ideologici di parte, enti e strumenti di partecipazione e controllo negli EDISU, IACP, APT, IPAB e Consorzi di Bonifica.
I commissariamenti che dovevano essere strumenti straordinari e limitati nel tempo, sono diventati fonte di gestione di risorse fuori da quel controllo democratico, garantito dalle associazioni di categoria e sindacali.
Un intreccio d’interessi personali e partitici del Presidente che – in attesa di diventare Segretario del Partito della Rifondazione Comunista – crea una finta pace sociale con Emiliano, Sindaco di Bari, Segretario Regionale del PD, Presidente dell’ASI e della Fondazione Petruzzelli, Responsabile per il Mezzogiorno dell’ANCI, interessato in questo momento solo a non aver problemi per la sua auto ricandidatura a Sindaco.
Una gestione che coinvolge – anche inconsapevolmente – altri attori, al tempo stesso Assessori e Segretari Regionali dei rispettivi Partiti. Per non parlare di Assessori prima Presidenti ed ora Consiglieri d’Amministrazione di enti che finanziano con propri provvedimenti, di Assessori che si sostituiscono nell’istruttoria delle pratiche ai Dirigenti di Ufficio e di Settore o di quelli che decidono in proprio – se è utile o meno in
Puglia , per mera scelta ideologica, un rigassificatore o una centrale nucleare, mentre attorno all’eolico ed al solare crescono interessi imprenditoriali, che, come documentato dalla stampa, sarebbero spesso collaterali alla criminalità comune.
Il tutto condito da atteggiamenti, forse inconsapevoli del Presidente, attore che emoziona e convince gli spettatori su un palco dietro cui si nasconde – speriamo a sua insaputa - un mondo diverso, una Regione fabbrica di precarietà ove non la professionalità, ma l’amicizia, se non la tessera di Partito è il passepartout per andare in paradiso.
Rispetto a questo sistema nuovo, solo perché nuovi sono gli attori, non i metodi, il PSDI. che pure, in passato, ha offerto lealtà a Vendola (che evidentemente preferisce chi lo blandisce) si tira fuori da una maggioranza cancellata e mortificata dalla cecità politica del PD il cui unico scopo non è stato quello di battere il Centrodestra e Berlusconi ma di cancellare le diverse sensibilità politiche e storiche presenti nel panorama italiano e pugliese. Il Presidente che avrebbe dovuto essere il garante dell’equilibrio, ha sin qui assolto solo al compito di garantire al suo Partito, in una ingordigia di potere , posizioni gestionali che sono assolutamente spropositate rispetto al peso elettorale di Rifondazione Comunista, come denunciato dall’interno dello stesso Partito.
Per questi motivi il PSDI nelle prossime elezioni amministrative non si limiterà ad essere soggetto passivo, ma proporrà propri candidati Sindaci e Presidenti ai vertici degli enti locali. Per il Comune di Bari il Direttivo Regionale del PSDI, già da ora, indica ed offre alle altre forze politiche ed al territorio il Segretario Nazionale Mimmo Magistro quale candidato Sindaco per il Comune di Bari ed il Sen. Antonio Coppi quale candidato Presidente per la Provincia di Bari. Tali candidature sono al tempo stesso sfida alla casta ed invito alle professionalità pur presenti nella società civile a farsi avanti , a non lasciare il territorio nelle mani di amministratori mediocri nelle capacità ma superbi nelle ambizioni.
Il Direttivo, in merito al dibattito in corso alla Regione
Puglia per modificare l’Art.49 della Costituzione, ricorda le perplessità già espresse da Giuseppe Saragat all’epoca (marzo 1947) Presidente dell’Assemblea Costituente, circa la necessità di individuare norme di democrazia interna ai Partiti. Se difficile - sul piano legislativo regionale è mutare norme costituzionali, il Consiglio Regionale - nell’ambito delle proprie prerogative - farebbe bene a darsi norme etiche e morali quale la decadenza di quegli amministratori trasformisti che cambiano Partito nel corso della Legislatura.
UFFICIO STAMPA PSDI
AVANTI CON LA PRIVATIZZAZIONE
MONTEFORTE FACCIA I NOMI DEI RACCOMANDATI E DEI MANDANTI, ANZICHE’ SPARARE NEL MUCCHIO
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha chiesto che i problemi dell’ acqua in
Puglia e della sua gestione siano oggetto di un pubblico dibattito perchè “siamo tra coloro che in Italia, pagano il canone dell’acqua più alto e che, non riusciamo a spendere le enormi risorse economiche, pur disponibili, nonostante il record mondiale del 47% di perdite. Di per se questo dato dovrebbe indurci a ritenere demagogico, nel 2008 mantenere ancora pubblica la gestione”. Mimmo Magistro, ha altresì dichiarato:
“Il Dott. Monteforte, amministratore unico dell’Acquedotto Pugliese, si è sfogato giorni fa sulla stampa affermando che è finita l’intromissione della politica e dei partiti nell’Ente, denunciando, altresì, pressioni a cui starebbe resistendo e che – se abbiamo compreso bene – sarebbero causa della scarsa produttività.
Non conosciamo il Dott. Monteforte, ma conosciamo i risultati negativi e fumosi sin qui prodotti da lui e dal suo predecessore, Petrella, frutto di scelte verticistiche, ma vorremmo capire di più circa la sua denuncia.
Non può mettere sotto accusa, in modo indiscriminato, partiti e rappresentanti delle istituzioni.
Gli chiediamo di fare i nomi e di pubblicare le raccomandazioni. In mancanza, per il grave danno che, sia pure inconsapevolmente, produce anche al nostro partito, verificheremo le condizioni per querelarlo. Contemporaneamente, chiediamo al Presidente della Giunta e del Consiglio di aprire un’inchiesta sulle gravissime affermazioni, ancora più gravi e lesive nei confronti della moralità dei partiti, se non supportate da prove concrete.
Quanto al “roboante” annuncio che quest’estate non ci sarà alcuna emergenza idrica, Monteforte nasconde ai cittadini che è il risultato delle piogge abbondanti e dell’uso dei pozzi, non già del recupero delle dispersioni di acqua da tubi fatiscenti e secolari.
Per non parlare poi, del sistema fognario, ancora inesistente in buona parte del salento, nonostante la miriade di progetti decennali pronti e trasmessi dai Comuni”.
UFFICIO STAMPA PSDI
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato: “Il PSDI condivide l’iniziativa referendaria lanciata dall’On. Casini per eliminare le liste bloccate e reintrodurre il voto di preferenza nelle elezioni politiche”. Per Magistro, si tratta “di una richiesta che l’opinione pubblica, unanimemente, da tempo rivolge alla classe politica per evitare la nomina diretta dei deputati da parte dei vertici dei partiti, anziché, l’elezione da parte dei cittadini”.
I socialdemocratici italiani ricorderanno a Roma Giuseppe Saragat e Giacomo Matteotti nell’anniversario della loro scomparsa.
Una delegazione guidata dal Segretario Politico, Mimmo Magistro e dal Presidente, Alberto Tomassini, domani, martedì 10 giugno, sarà alle ore 12.00 al Cimitero del Verano, ove riposa il Fondatore del PSDI ed alle ore 13.00 al Lungotevere alla stele che ricorda il vile assassinio di Giacomo Matteotti .
Il 6 giugno u.s. è prematuramente scomparso all’età di 45 anni Nicola Checchia, segretario di sezione del PSDI di Vasto (Chieti). Nicola è stato il primo segretario di sezione dopo la ricostituzione del nostro partito nella cittadina adriatica. Socialista laico e libertario da sempre, Checchia, impegnato anche nel sindacato di fabbrica, è stato tra gli artefici della elezione a Vasto di un nostro consigliere comunale. Alla moglie Giulia, alle figlie Carmen ed Astrid, ai genitori ed ai fratelli giungano le più sentite condoglianze da parte della segreteria nazionale del Partito.
ELEZIONI 15 E 16 GIUGNO 2008
1 OLIVA ANTONINO - 2 AIELLO CRISTIAN - 3 ANSELMO FRANCESCO - 4 BANNINO ROSARIO - 5 BARONE PASQUALE detto SERGIO - 6 BLUNDA DANIELA - 7 CIOTTI NAZZARENO - 8 COMO DOMENICO detto MIMMO - 9 COMPAGNO GASPARE - 10 D’ANNA VITO - 11 GERBINO GIUSEPPA - 12 LEONE SAMANTHA - 13 MILOTTA VITO - 14 MISTRETTA FEDERICO - 15 PISCIOTTA ROSARIO - 16 SACCHERI GIUSEPPE - 17 SOTTILE ANTONIO - 18 STABILE BERNARDO - 19 TURRIGIANO VITALBA - 20 TUMBARELLO ANDREA MARCELLO
Alle ore 12,00 di martedì 10 giugno p.v., una delegazione del P.S.D.I. si recherà al Cimitero del Verano a Roma, per onorare la memoria di Giuseppe Saragat e successivamente, intorno alle ore 13,00, al Lungotevere Giacomo Matteotti per deporre fiori al monumento che ricorda il nostro martire.
Lo scenario politico e parlamentare che si presenta oggi, in Italia, assume aspetti sconcertanti perché storiche compagini partitiche della sinistra radicale e moderata sono scomparse falcidiate dai risultati elettorali del 13 e 14 aprile scorsi. Scomparse con un colpo di spugna a seguito di un’amara sconfitta determinata soprattutto dagli stessi elettori che da sempre ne hanno rappresentato lo zoccolo duro.
Questo evento epocale deve indurre alla riflessione, ad una analisi profonda per capire quali siano state le motivazioni che hanno causato questo sconvolgimento.
E’ evidente che sono stati commessi degli errori sul piano politico e strategico.
La sinistra radicale si è suicidata con l’intransigente e spesso irritante politica del “no”, mentre il PD ha commesso errori di presunzione ritenendosi la sola controparte politica del PDL umiliando e mortificando tante forze politiche come i socialdemocratici che hanno garantito sessant’anni di democrazia e libertà, apparentandosi poi con radicali e Di Pietro con un metro di valutazione politica che, alla luce dei risultati elettorali e dei fatti di questi giorni, non ha pagato.
L’elettore italiano ha capito che l’attuale classe politica dominante gli ha sottratto il diritto di scelta dei propri rappresentanti in Parlamento affidandola alle segreterie dei maggiori partiti.
Il 13 e 14 aprile 2008 la manifestazione di dissenso a tale scelta oligarchica è stata attuata sia con una minore affluenza alle urne (l’80% non deve trarre in inganno) sia anche affidando il consenso a partiti con insediamento territoriale, vedi la Lega al nord ed il Movimento per l’Autonomia per il centro-sud.
Non è detto che sia del tutto un voto stabilizzato, probabilmente trattasi in buona parte una fiducia a termine, legata anche a questa legge elettorale, perché si è capito bene l’intreccio perverso di un sistema oligarchico che offende la democrazia e il buon senso dei cittadini. Ne è prova di tanto l’esito elettorale delle amministrative romane, laddove il cittadino elettore ha disgiunto il suo suffragio votando per il PD alla Provincia e per il PDL al Comune, evidenziando, in tal senso , che non accetta più la contrapposizione ideologica, la demonizzazione dell’avversario politico, la ambiguità di comportamenti. Egli vuole una politica che sia mediazione, confronto, rispetto delle regole democratiche e soprattutto operatività sulla base di un programma che realizzi, con riforme incisive, le aspettative degli italiani e la soluzione dei loro problemi. Il PSDI ha sollecitato aggregazioni con altri partiti con i quali ha un comune denominatore politico, convinto che nell’unita si sarebbe potuto costruire un soggetto politico forte e propositivo. Ma la cecità di alcuni dirigenti di partito, alimentata dall’arroganza, dalla presunzione e, perché no, dalla slealtà, hanno fatto fallire ogni tentativo in tal senso con grave danno sia per i socialdemocratici, che hanno rinunciato alle elezioni politiche, sia per gli stessi cinici autori dell’inganno.
“Non omnia mala nociunt” afferma una massima latina, “Non tutti i mali vengono per nuocere”.
Infatti, il PSDI in questa tornata elettorale non ha né gioito e né penato. Ha conseguito, però, un grande risultato: ha consolidato la propria dignità, ha verificato la giustezza delle proprie intuizioni e confermato di essere un partito con una propria identità, consolidata in passato, in una collaborazione di governo con forze riformiste, laiche e cattoliche. Sulla scorta di questa esperienza vissuta abbiamo titolo a proporre la riorganizzazione del partito in un ottica fortemente federale, rifuggendo da avventurose fusioni.
La proposta congressuale dell’alleanza programmatica tra le forze socialiste, laiche, cattoliche, autonomiste, riformiste e di tutte le altre interessate al cambiamento per la creazione di un’area politica nuova, moderna, alternativa e fortemente propositiva rispetto al duopolio PD-PDL, che salvaguardi il patrimonio di una realtà politica e culturale pluralista ed articolata, quale è la nostra, pur mantenendo l’identità organizzativa, manifesta ad oggi la piena validità nella sua interezza.
L’aggregazione delle componenti cattoliche riformiste e laiche ( socialdemocratici, socialisti autonomisti, liberali, repubblicani e altri ) della politica italiana possono mettere insieme le loro energie non solo in sede nazionale, ma anche per sostenere battaglie territoriali, e dare una versione solidale e riformista del federalismo ( europeo, regionale, fiscale ).
Nondimeno, resta preminente la necessità di apportare modifiche alla legge elettorale, elaborate dal Parlamento, dopo l’effettuazione del referendum, e non da gruppi di potere e di pressione mediatica ed economico-finanziaria esterni, che assecondino il collegamento programmatico dei partiti e introducano, tra l’altro, l’indicazione di un’unica preferenza.
E’ evidente la necessità e l’opportunità di una nostra palingenesi politica, volgendo il nostro riformismo verso noi stessi, verso il partito, per ammodernarlo, per renderlo agile e funzionale, attivo e reattivo al suo interno e verso l’esterno in un dialogo permanente con l’opinione pubblica.
Conseguentemente, pure la necessità di esprimere un’organizzazione, una programmazione ed una comunicazione di ampio respiro ed innovative in un’ottica fortemente federale, anche nelle forme che consentono la rete informatica e di internet.
Tutto ciò comporta un’apertura incondizionata a nuove potenzialità favorendo il coinvolgimento dei giovani ed utilizzando tutti gli apporti che possono derivare dalle varie forme di aggregazione sociale e culturale (fondazioni, associazioni culturali, artistiche, sindacali e sportive).
A loro dobbiamo riservare massima credibilità e fiducia in quanto latori di nuove forze e di nuove idee ponendoci come fine primario la problematica del lavoro e che li veda, insieme, attori e protagonisti del proprio futuro.
Premesso che obiettivo principale della nostra azione politica è concorrere a riportare a normalità la vita democratica del Paese, il PSDI ritiene indispensabile l’abbattimento del debito pubblico quale premessa per poter liberare risorse e poter sviluppare una politica socialista e democratica di stampo europeo.
L’obbligo primario è quindi la riduzione delle spese correnti per salvaguardare quelle di investimento, considerando tali anche le spese sociali.
Peraltro, non va sottaciuta la fondamentale tematica del riequilibrio territoriale tra nord e sud del Paese, così come le altre problematiche quali, il fisco, la sicurezza in generale, sia nei luoghi di vita che di lavoro, la lotta alla criminalità per recuperare alla piena legalità intere aree del mezzogiorno d’Italia, l’energia, la famiglia, l’economia, la giustizia, la scuola, l’innovazione e la competitività delle imprese.
Il Consiglio Nazionale esprime fiducia nell’operato del Segretario Nazionale e del Presidente Nazionale ed approva il presente documento, convocando il Consiglio Nazionale, nella stessa attuale sede di riunione per il 5 o 12 luglio p.v in relazione alle disponibilità logistiche, al fine di definire la proposta programmatica del PSDI.
Votato all’unanimità.
Roma, 10 maggio 2008.
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