Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, disposti in ordine cronologico.
Anche il PSDI aderisce all’iniziativa di Caterpillar “ M’illumino di Meno”nata da una idea dei conduttori radiofonici di “Caterpillar”, Cirri e Solibello che vedrà spegnersi - questa sera - alle 18.00 - le luci di case, monumenti, musei, negozi, scuole, aziende associazioni sportive.
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Sul numero di gennaio del mensile "Universo Sicilia",
edito dalla
Sezione "Giacomo Matteotti" di Adrano e diretto dal compagno Vincenzo
Castiglione, è stato pubblicato un articolo dal titolo:
"Incontro delle Presidenze Nazionali PSDI e AIC".
Per leggere e scaricare l'articolo fare click qui.
(Nomi citati: G. Santoianni, A. Tomassini, On. F. Santoianni, On. C. Belluscio, V. Castiglione)
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Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato:
“Man mano che filtrano le indiscrezioni, siamo più convinti della piena responsabilità politica di Vendola nella vicenda che sta travolgendo la Sanità pugliese e di come stia tentando, attraverso la sostituzione rapida di Tedesco, di tenersi lontano dalla vicenda. Siamo persuasi che Tedesco, politicamente parlando - per la parte giudiziaria non abbiamo titolo né argomenti per farlo - sia la vittima di un sistema che ha fatto comodo solo a Vendola. Infatti, ha sistemato in ogni ASL uomini a lui vicini, facendo da garante per Tedesco quando da maggioranza ed opposizione si sono levate perplessità sulla opportunità che a questo fosse affidato un settore collegato alle sue storiche aziende di famiglia. Non gli oppositori Ruocco e Marmo, ma l’alleato On. Zazzera per settimane ha martellato Vendola pregandolo di ruotare Tedesco verso un altro Settore, anche per togliere dall’imbarazzo i manager delle Aziende Sanitarie che quotidianamente potevano imbattersi negli interessi privati di Tedesco, sia pur formalmente trasferiti a terzi. Ecco perché pensiamo che debba essere Vendola a dimettersi e a pagare politicamente per le scelte sbagliate di cui ha inteso ”orgogliosamente” assumersi ogni responsabilità. Non c’è una sola Asl dove Vendola non abbia nei vertici un suo uomo tra Direttore Generale, Direttore Sanitario o Amministrativo o nel Collegio dei Revisori dei Conti. Una scorpacciata di potere che ha “drogato” i numeri della politica pugliese e di cui non può non rispondere lui in prima persona.”
Vendola nominando Fiore al posto di Tedesco ha, nuovamente, tradito i suoi impegni elettorali. Tedesco era stato eletto in Giunta in rappresentanza del patto politico tra Socialisti Autonomisti, PSDI e Repubblicani Europei e spettava solo a questi designare il successore di Tedesco o, quantomeno, concordarne il nome. “C’è la responsabilità politica personale di Vendola nella vicenda che ha portato alle dimissioni dell’Assessore Alberto Tedesco”. Infatti, all’atto della costituzione della sua Giunta, furono in tanti a rammentargli, anche pubblicamente, l’inopportunità che l’assessorato alla Sanità fosse affidato a Tedesco, di cui erano ben noti e trasparenti i collegamenti di lavoro e professionali con il mondo della sanità. Tedesco avrebbe potuto benissimo ottenere una delega diversa ma, Vendola, ritenne superato ed influente il conflitto d’interesse, assumendosi ogni responsabilità, stante l’impegno di Tedesco di trasferire ai figli le quote azionarie delle sue aziende sanitarie. Sull’intera Sanità, e non solo, Vendola ha mantenuto una sua personale tutela e controllo, tanto da determinare da solo (così ha sempre sostenuto) e come la legge sancisce, ogni diritto di scelta del management. Noi non sappiamo se le accuse, sia pure in forma di indiscrezioni, rivolte a Tedesco siano vere o meno. Da un lato prendiamo atto del grande senso di lealtà di Tedesco nei confronti di Vendola e delle istituzioni, dall’altro ci chiediamo, dove ha vissuto Vendola in questi anni? Non sapeva che periodicamente Aziende sanitarie ed assessorato alla Sanità (ed altri) venivano (e vengono) visitati da Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia di Stato per l’acquisizione o il sequestro di copiose documentazioni per l’accertamento della leicità dell’attività amministrativa di settori della Regione? Sa che c’è l’obbligo per i dirigenti di tutti i settori di trasmettere al Suo gabinetto ogni notizia circa richieste di atti da magistrati e polizia giudiziaria? Quante volte la stampa ha parlato dei “rumors” delle stanze del Governatore sulla sostituzione e/o la rotazione di deleghe? Non sappiamo perché e per come Vendola abbia difeso sempre Tedesco, anche quando i DS avevano chiesto la sua testa nella vicenda dell’ASL di Taranto, dopo la sostituzione del dr. Urago (poi assolto da ogni accusa). Ricordiamo come la sua difesa strenua di Tedesco, aveva fatto innervosire parecchio Dalema e Latorre, che di Tedesco, per un presunto debito di quest’ultimo, erano stati gli originari sponsor. Non sappiamo chi sono i managers coinvolti di cui si vocifera, ma Vendola non può pensare che le responsabilità siano sempre fuori dalle sue stanze, perché è da quelle stanze che sono usciti ed escono i nomi dei manager, dei revisori dei conti, e di tutto quello che accade in Puglia, nel bene e nel male, e non solo della Sanità. Da mesi denunciamo l’alta discrezionalità di tanti atti della Giunta che Vendola garantisce. Nella sostituzione di Tedesco ha adottato lo stesso metro usato in 4 anni. Per non pensarci troppo ha preferito un suo uomo fidato, della sua parte politica, quel Fiore a cui pensava da anni, solo che ora la vicenda che tocca Tedesco, gli ha dato la forza per riuscire nello scopo. Anche qui dimenticando le tante altre professionalità presenti in Puglia, dentro e fuori i partiti, le intese ed i voti degli elettori di tante forze politiche che lui ha cancellato, con arroganza e scarsa lealtà. Alle difficoltà non risponde con il confronto ma con l’acquisizione del potere,ormai quasi assoluto che ruota attorno ad un gruppo di militanti della sua parte politica o di presunti amici, che si tengono ben stretti a Vendola, prima del Giudizio Universale.
«Le ragioni di Beppino Englaro, padre di Eluana, sono condivisibili, legittime e piene di buon senso. Nessuno più di lui, ad ogni modo, ne sta oggi sopportando il doloroso peso delle conseguenze.» E’ questa la precisa opinione di Luciano G. Calì, Segretario toscano del Partito Socialdemocratico in merito ai recenti fatti di Udine. «È bene ricordare che Eluana non era in coma, condizione nella quale l'attività cerebrale superiore è solo sospesa ed, in alcuni casi, può essere ristabilita. Essa era piuttosto in stato vegetativo persistente, situazione ben più grave, dovuta ad un danno irreversibile delle strutture nervose, in particolar modo della corteccia cerebrale, che sottendono alle attività mentali, alla coscienza, ed alla personalità. Il suo organismo, da oltre diciassette anni, conservava solamente le attività vegetative, come il ritmo sonno-veglia, le attività ormonali e le funzioni viscerali. Per Eluana si è però giunti a parlare persino di una sorta di disabilità, notevole ma non necessariamente definitiva; oppure di fragilità; nel senso che chi si trovi in SVP sarebbe solo un essere più fragile degli altri, e per questo bisognoso di maggiore assistenza. La morte della povera donna fa parlare a sproposito di eutanasia, se non di un vero e proprio programma di eliminazione di malati e disabili, senza badare al fatto che, assai più semplicemente, la vita della persona Eluana era già finita tragicamente a seguito dell’incidente automobilistico avvenuto ben diciassette anni fa. Si dimentica la denuncia dell'accanimento terapeutico e non si vede invece quanto accanimento vi sia stato nelle piazze, nei cortei, nelle prediche e nelle bottiglie d'acqua offerte ad Eluana. Per una volta, da socialdemocratici, laici e fermi sostenitori di una chiara iniziativa di legge in favore del testamento biologico, non possiamo che essere d'accordo con le parole espresse dal Senatore Andreotti: «tutti dovrebbero fare un passo indietro di fronte al dolore della famiglia Englaro. Ci sono vicende nelle quali la politica deve fermarsi sulla soglia di casa delle persone. Abbiamo a che fare con una famiglia già duramente provata da una tragedia e nessuno può arrogarsi il diritto di decidere d'imperio.» Per tutte queste ragioni il PSDI si è mobilitato, in Toscana come in tante altre regioni d’Italia, avendo ben chiari i principi di laicità e di libertà delle coscienze che, da quanto è possibile dedurre dai sondaggi, sono condivisi dalla stragrande maggioranza degli italiani.
Si riporta di seguito la nota inviata in mattinata dal Segretario Regionale PSDI , Lello Pollice, a tutti i Capigruppo del Centro Sinistra, in cui si spiegano le ragioni dell’assenza durante la riunione convocata oggi dal Segretario del PD, Emiliano.
Caro Segretario, ti ringraziamo dell’invito a partecipare all’incontro da te fissato tra i Partiti del centro-sinistra (?!) per il giorno 9 febbraio prossimo alle ore 16.00. Dobbiamo declinare l’invito per le ragioni, a te certamente note, legate non solo alla politica ma anche all’etica dei comportamenti politici che sempre dovrebbe, a nostro avviso, caratterizzare i rapporti leali e corretti tra i Partiti di una coalizione. Tutte quelle ragioni che già da tempo, come ben sai, hanno indotto il PSDI (analogamente ad altri Partiti) dapprima a prendere le distanze e poi a dissociarsi dalla maggioranza del “defunto” centro-sinistra, che ha sostenuto elettoralmente il governo regionale di Vendola e da questo è stato “scaricato” dopo il voto. Non è assolutamente possibile, infatti, sedersi nuovamente intorno al tavolo di una maggioranza ed a sostegno di un governo regionale, il quale, costruito quattro anni fa anche grazie al nostro indiscutibile e significativo contributo elettorale, ha da subito disatteso il patto d’onore a suo tempo stipulato tra tutti i Partiti della maggioranza, compreso il nostro, sia sul piano programmatico che su quello più strettamente gestionale e ancora di più su quello etico della lealtà e della correttezza dei rapporti tra alleati. Un patto fondato sulla pari dignità dei contraenti, sull’impegno alla condivisione ed alla partecipazione da parte di tutti ad ogni progetto diretto a soddisfare i bisogni della gente di Puglia. Il fallimento di questo patto è dinanzi agli occhi di tutti e la responsabilità di tale fallimento è da addebitarsi, per il livello di responsabilità istituzionale affidatogli, esclusivamente al Presidente Vendola ed alla ristretta cerchia che assiduamente e molto interessatamente lo circonda. Perché Vendola, che doveva essere il primo garante di quel patto di pari dignità, di assoluta trasparenza, correttezza e lealtà tra quanti avevano concorso ad eleggerlo, è venuto completamente meno al suo compito ed alla sua funzione, cancellando il radicamento dell’etica nell’azione politica per esaltare democrazia, partecipazione e condivisione nel programmare, legiferare, gestire e governare. Non c’è bisogno di andare da un notaio per rispettare un patto d’onore! Avrebbe dovuto essere sufficiente, come ai vecchi tempi e, come avevamo immaginato, una semplice stretta di mano! Ma Vendola questo lo ha evidentemente dimenticato molto presto preferendo instaurare una gestione tutta personale e personalistica accompagnata dal sostegno e dalla solidarietà interessata di pochi privilegiati. Per onestà intellettuale, poi, a questo giudizio negativo non si può non associare il coordinatore uscente del centro-sinistra ormai defunto e che tu vuoi a tutti i costi resuscitare (attribuendoti poteri trascendenti che non hai) cioè l’Assessore Introna, che nella sua veste di mediatore al più alto livello doveva curare di tenere unita la coalizione, pronunciando a voce alta e quando occorreva i suoi si ed i suoi no, piuttosto che appiattirsi sulle decisioni molte volte discutibili e poco rispettose degli alleati, prese dal suo capo dell’esecutivo regionale, molto probabilmente perché assalito dal sacro terrore che qualche dissenso suo un po’ più forte potesse scollare qualche gamba della propria sedia assessorile sino a farla traballare e cadere. E per ultimo tutto questo deprimente contesto di fallimento e di sfascio politico ed istituzionale, è venuta anche meno ed in maniera certamente appariscente agli occhi di tutti ( davvero non occultabile nemmeno con il ricorso costante allo strumento mediatico delle inaugurazioni e del taglio dei nastri , nonché delle pubbliche apparizioni ad ogni piè sospinto ), la tua importante funzione di garanzia , caro Segretario Regionale del PD, cioè primo e principale responsabile regionale del Partito di maggioranza relativa, il Partito Democratico, che è presente nella Giunta Regionale con tanti e tanti Assessori.. La vicenda, poi, sempre restando alla importante responsabilità politica che rivesti, delle ultime elezioni politiche, seguita dalla cancellazione anche in terra di Puglia delle forze politiche della sinistra radicale e di quelle di ispirazione socialista, laica e riformista; la più recente vicenda dello sbarramento al 4% per le elezioni europee; gli analoghi forti e minacciosi segnali diretti a penalizzanti sbarramenti per le prossime elezioni regionali; l’ultimissimo episodio della sostituzione del dimissionario Assessore Tedesco effettuata nel breve giro di poche ore senza alcun dibattito alla luce del sole sia tra i componenti dell’Esecutivo regionale che tra i Partiti che questo governo vendoliano continuano a sostenere, tutte vicende che hanno dovuto per forza vedere anche te come protagonista, hanno indubbiamente contribuito fortemente a recidere ogni ulteriore residuo filo di dialogo e di possibile collaborazione all’interno di quella coalizione di partiti che tu ti sei affrettato a convocare, magari perché seriamente preoccupato dell’affacciarsi all’orizzonte di temporali politici ben più tempestosi di quelli precedenti. Tedesco, te lo vogliamo rammentare, in Giunta era stato eletto in rappresentanza di un soggetto politico formato da Socialisti Autonomisti, Socialdemocratici e Repubblicani Europei. Avrebbe dovuto essere sostituito da esponente di questo soggetto politico non da amico personale di Vendola, che, per il troppo potere, tra poco “scoppierà”. Memori dell’ insegnamento di Saragat (di cui mi permetto inviare a te ed agli amici in indirizzo uno stralcio del suo intervento alla Costituente sull’art. 49 sui Partiti, noi continuiamo a tessere la tela dell’impegno politico a favore dei molti giovani disoccupati, sfiduciati e rassegnati, dei molti anziani che hanno il terrore di essere ricoverati nelle nostre strutture sanitarie, dei molti piccoli e medi imprenditori che non hanno più la voglia ed il coraggio di guardare al futuro della loro impresa, delle molte donne che hanno paura di uscire la sera a fare la spesa, di tutte le altre categorie di cittadini , i quali non appartenendo al mondo ristretto dei privilegiati, sia sul posto di lavoro che all’interno della propria famiglia, hanno perduto il gusto di una serenità capace di consentire loro di abbozzare anche il sia pur piccolo gesto di un sorriso. Il sostegno incondizionato e forte del PSDI alla candidatura a Sindaco di Bari del nostro Segretario Nazionale, Mimmo Magistro, non è altro che una significativa ed importante trama di quella tela che i Socialisti Democratici, insieme alle altre forze autenticamente democratiche, cattoliche e riformiste ed a pezzi importanti della società civile, vogliono con tenace ed assoluto impegno continuare a tessere. Conosco bene che spesso in politica l’ipocrisia renda molto, ma spero che almeno tu possa apprezzare questa nostra lealtà, magari in attesa di tempi migliori. Cordiali saluti.
09.02.2009
Il Segretario Regionale del PSDI - Raffaele Pollice
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Sul numero di gennaio del mensile "Universo Sicilia",
edito dalla
Sezione "Giacomo Matteotti" di Adrano e diretto dal compagno Vincenzo
Castiglione, è stato pubblicato in prima pagina un articolo dal titolo: "Il PSDI ricorda
Saragat a Palazzo Barberini".
Per leggere e scaricare l'articolo fare click qui.
(Nomi citati: Magistro, Tomassini, Emanuele, Sabatini, Santoianni)
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Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato:
“Non conosco nei dettagli la vicenda giudiziaria Cedis–Fitto e comunque ho fiducia nella Magistratura.
Quello che mi è apparso inopportuno è stato certamente l’intervento dell’On. Zazzera che in linea con il giustizialismo del suo capo, Antonio Di Pietro, vorrebbe già crocifiggere il Ministro Fitto, personalità politica che – lo sanno anche le pietre in Puglia – al contrario del padre - non mi è mai stato molto simpatico. La lettura che invece tutti gli italiani hanno fatto delle intercettazioni che hanno riguardato il figlio di Di Pietro, che addirittura si metteva d’accordo per telefono con un Provveditore alle Opere Pubbliche, circa il ribasso d’asta in una gara pubblica, mi sembrerebbe molto più grave della vicenda Fitto. Lo stesso padre probabilmente avrebbe fatto sentire, da PM, il tintinnio delle manette come la storia ci ha insegnato.
E’ assolutamente squallido che si cerchi di strumentalizzare a fini politici, vicende il cui iter processuale è ancora agli inizi”.
Questo pomeriggio – dalle ore 18.00 alle ore 18.30 - il Segretario Nazionale, Mimmo Magistro, sarà ospite in diretta della trasmissione radiofonioca di Radio 2 “Caterpillar” . Tema dell’ intervista è la proposta di legge per la modifica della Legge Elettorale Europea e la relativa introduzione dello sbarramento al 4%.
Clicca qui per ascoltare l'intervista (il file mp3 è quello del 03/02/2009 dal titolo "approvato lo sbarramento al 4%. Operazione 7 nani!").
(AGI) - Roma, 3 feb. - Per rendere credibile la protesta contro lo sbarramento del 4% i partiti del ‘Comitato per la democrazia’ devono uscire dalle giunte di centrosinistra. E’ quanto propone il Psdi che ha partecipato, con il segretario nazionale, Mimmo Magistro ed il Presidente, Alberto Tomassini, alla manifestazione indetta dal Comitato per la Democrazia svoltasi a Roma per protestare contro la proposta di modifica di Legge che introduce la soglia di sbarramento al 4% alle prossime Elezioni Europee. “Il successo dell’iniziativa - afferma il segretario nazionale - e’ collegato non tanto alla mobilitazione romana, quanto alla capacita’ di trasferire alle Regioni e alle amministrazioni locali il malcontento e l’insoddisfazione per un rapporto (quello con il PD), destinato ad esaurirsi per la politica di annessione di Veltroni che parte delle Europee, ma che, fatalmente, si allarghera’ negli Enti locali. “La mobilitazione sara’ seria e credibile - prosegue Magistro - nella misura in cui, soprattutto il PS ed il PRC usciranno dalle amministrazioni di centrosinistra. In caso contrario sara’ servita solo ad alzare il prezzo con il PD e consentira’ a 2 o 3 leaders della sinistra di guadagnare un posto al Parlamento Europeo. La corsa all’accreditamento e’ gia’ iniziata, altrimenti non si capirebbe perche’, nonostante l’invito a non portare simboli, bandiere e striscioni di Partito, c’e’ stato chi e’ venuto meno a tale impegno”. (AGI)
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