Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, disposti in ordine cronologico.
Clicca qui per leggere l'intervista ad Angelo Scavone apparsa su "Il Resto del Carlino"
L'elezione dei nuovi direttivi locali PSDI in Piemonte si terrà venerdì 24 settembre 2010 alle ore 20.00 nella sede di Torino - Via Montevecchio n. 10 C.
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato:
“Vendola tende sempre più a fuggire dal suo dovere (istituzionale, politico e morale) di governare la Puglia per accomodarsi nei salotti nazionali. A Venezia sarebbe stato accompagnato da un “vistoso codazzo” sistemato in un appartamento pagato dal solito carrozzone regionale. Vendola è uno e trino. Appare in TV da ogni parte d’Italia, fuorché dalla Puglia, ove la rogna della Sanità, l’ha trasferita al buon Fiore, un assessore che – al di là della grande esperienza medica che gli viene riconosciuta – non è certo un manager, né lo aiuta molto il suo volto su cui, non abbiamo mai visto scorgere un barlume di sorriso che potesse suscitare ottimismo e serenità. Vendola, più che polemizzare sui tagli del Governo – che non hanno certo riguardato la Sanità – dovrebbe spiegare perché ha sforato per tre anni su quattro il patto di stabilità, con scelte clientelari e discrezionali davanti a cui avrebbero arrossito i politici più scafati della prima repubblica e che lui – negli anni novanta – da vero giustizialista – non perdeva occasione di denunciare a Procura e Corte dei Conti.”
Il Congresso Regionale della Calabria è fissato per il 1° ottobre 2010- alle ore 18.00 in prima convocazione e per il 2 ottobre 2010 alle ore 18.00 in seconda convocazione - in Cosenza - alla Piazza Europa, 14.
Mentre l'assemblea degli iscritti è fissata per il 30 settembre 2010- presso la stessa sede - alle ore 10.00 in prima convocazione e alle ore 11.00 in seconda convocazione.
Il Congresso Regionale del Lazio si svolgerà - domenica 3 ottobre p.v. - presso il " Balletti Park Hotel" - San Martino al Cimino (VT).
IL SEGRETARIO REGIONALE
Carmelo Bonarrigo
SABATO I VERTICI NAZIONALI DEL PSDI INAUGURERANNO LA NUOVA SEDE BAT ED APRIRANNO LA CAMPAGNA ELETTORALE AMMINISTRATIVA DEL 2011.
Alla presenza del Segretario Nazionale, Mimmo Magistro, i vertici nazionali del PSDI si ritroveranno, domani, sabato 11 settembre, a Barletta. Alle ore 12.00 riuniranno la Direzione Nazionale e nel pomeriggio, alle ore 18.00, inaugureranno la nuova sede della Federazione Provinciale BAT, a Barletta in Via degli Ulivi 51/C. La Direzione dovrebbe deliberare anche sulla sede del XXVIII Congresso Nazionale che potrebbe celebrarsi proprio a Barletta.
“Barletta – dichiara il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro – è da sempre un riferimento per la socialdemocrazia italiana. Quattro anni fa abbiamo eletto quattro consiglieri comunali ma, aspiriamo ad aumentarne il numero, presentando uomini credibili che non tradiscano l’elettorato e che abbiano come obiettivo solo la salvaguardia degli interessi della collettività.”
Il Comitato Etico ed il Collegio Nazionale dei Probiviri del PSDI, sono convocati, disgiuntamente, per le ore 11.00 di sabato 11 settembre 2010 - in Barletta, Via Degli Ulivi, 51/C.
Il Congresso Regionale della Lombardia si terrà a Milano in Piazza Santo Stefano al n.10, in prima convocazione alle ore 23,00 di Venerdì 17 Settembre 2010 e SABATO 18 SETTEMBRE 2010 - alle ore 12,00- in seconda convocazione.
IL SEGRETARIO REGIONALE
Dott. Giuseppe Casella
Roma, lì 03.09.2010
Ai componenti la Direzione Nazionale - Ai componenti il Comitato Etico - Ai componenti il Collegio Nazionale dei Probiviri - Ai componenti il Collegio Nazionale dei Revisori dei Conti
e, p.c. Ai Segretari Regionali
LORO SEDI
Oggetto : convocazione riunione della Direzione Nazionale PSDI.
Cari compagni,
Vi ricordo e confermo che la riunione di Direzione Nazionale – come da nota del 20 luglio 2010 – pubblicata anche sul sito www.socialdemocraticieuropei.it – è convocata per venerdì 10 settembre 2010 - alle ore 23.00 - in prima convocazione e per sabato 11 settembre 2010 - alle ore 12.00 - in seconda convocazione, presso la sede della Federazione Provinciale PSDI della BAT – sita in Barletta alla Via Degli Ulivi n. 51/C, per discutere sull’ ordine del giorno già trasmesso ed integrato con sopravvenuti, urgenti provvedimenti, come segue:
1) approvazione verbale della seduta precedente;
2) relazione politica e morale del Segretario;
3) relazione del Collegio Nazionale dei Probiviri e del Comitato Etico;
4) integrazione Direzione Nazionale ai sensi dell’ Art. 10 dello Statuto;
5) relazione del Responsabile Organizzativo sull’esito del tesseramento. Determinazioni;
6) revoca e/o modifica e/o chiarimenti provvedimenti delle Direzioni dell’11/09/2009, 28/11/2009, 11/01/2010 e 28/05/2010;
7) provvedimenti ai sensi dell’Art. 8 dello Statuto. Presa d’ atto mozione (comma 1), approvazione criteri, regole e nomina della Commissione Nazionale di Garanzia per il Congresso;
8) iniziative giudiziarie – relazione del Segretario. Provvedimenti;
9) approvazione ordine del giorno del XXVIII Congresso Nazionale ed eventuali, ulteriori adempimenti;
10) approvazione conto consuntivo 2009 e bilancio di previsione 2010;
11) varie ed eventuali.
Attesa l’importanza degli argomenti, all’incontro sono invitati anche i Segretari Regionali.
In attesa di incontrarVi, invio cordiali saluti.
IL SEGRETARIO NAZIONALE
f.to Mimmo Magistro
Può apparire una provocazione quella di porre a confronto due vicende politiche, quella odierna di Fini e quella di Saragat, leader dei socialisti riformisti e fondatore del Psli, poi divenuto Psdi, così lontane nel tempo e collocate in contesti storici poco o per nulla equiparabili; ma da alcuni recentemente si sono fatte notare le antitetiche conclusioni che Saragat e Fini hanno tratto sulla loro permanenza nella carica di presidenti della Camera (allora Assemblea costituente, oggi Camera dei deputati). Infatti Saragat, a sole ventiquattr’ore dalla scissione di Palazzo Barberini e dalla nascita del Psli, poi Psdi, presentò le dimissioni da presidente dell’Assemblea costituente, dimissioni prima respinte per ragioni di fair play, quindi confermate e definitivamente accettate. Sessantatre anni fa parve del tutto naturale, in quanto conforme ad un’etica politica che oggi sembra a molti sfuggire, che un leader quale Saragat, all’indomani di una scelta netta e dolorosa sul piano ideologico che pochi mesi dopo si tradurrà in una scelta di campo altrettanto netta con la costituzione del quarto governo De Gasperi, intendesse prevenire qualsiasi confusione tra ruolo istituzionale e leadership di partito. Mi preme ricordare che la nascita della formazione socialdemocratica rese possibile alle forze politiche moderate, contrarie a qualsiasi totalitarismo e favorevoli ad una definitiva integrazione dell’Italia fra le democrazie occidentali, di affrancarsi dall’ipoteca della sinistra massimalista rappresentata dal fronte popolare, e di dare vita ad una maggioranza centrista che ha guidato il nostro Paese spesso tra mille difficoltà ma senza tentennamenti né ambiguità. Sembrò allora a Saragat, al suo neonato partito ed a tutto l’arco politico (fronte popolare compreso) assolutamente ovvio che il presidente dell’Assemblea costituente (che svolgeva anche l’attività di Camera politico-legislativa) riconsegnasse a coloro che lo avevano scelto (e cioè a tutte le componenti del Cln rappresentate in parlamento) e quindi anche e soprattutto a quelli di cui fino a pochi mesi prima Saragat costituiva una costola, la prestigiosa carica istituzionale. Così operando il leader socialdemocratico intendeva sottrarre alla polemica politica che di lì a poco avrebbe surriscaldato i lavori parlamentari la propria carica istituzionale: era infatti del tutto prevedibile che ad un presidente di assemblea sarebbe stato contestato di ricoprire la carica come uomo di parte, con conseguente indebolimento ed appannamento dell’immagine di terzietà che invece avrebbe dovuto offrire in ogni circostanza. Quindi un indubbio sacrificio di ruolo e di prestigio, ritenuto necessario per compiere un’operazione politica della quale tutto il Paese non può che essergli grato in quanto liberò per sempre la nostra democrazia dall’ipoteca comunista. Molta acqua è passata sotto i ponti; il fantasma comunista, convitato di pietra delle istituzioni repubblicane fino al 1989, si è dissolto, o meglio, ha assunto nuovi connotati come ci insegnano le vicende di questi ultimi vent’anni che hanno visto rinnovarsi l’offensiva, anche con inaudita violenza, contro i valori ed i principi del mondo occidentale. Oggi, come ieri, la vera grande difesa dei sistemi democratici riposa essenzialmente nel consenso di cui godono le loro istituzioni, ed il consenso poggia sulla diffusa consapevolezza dei cittadini di essere rappresentati a livello di parlamento e di governo e di poter fare affidamento su una politica di governo congrua ed efficace, all’altezza dei tempi e delle situazioni. L’Italia che ha vissuto con sofferenza i primi cinquant’anni di storia democratica, sembra avviata a dotarsi di un sistema di governo all’altezza dei tempi, che eviti il ritorno ad un passato fatto di ambiguità e di scelte consociative. Questo sistema contempla che le cariche di alto profilo istituzionale, sebbene scelte dalla maggioranza parlamentare, svolgano con imparzialità il ruolo di garanzia degli equilibri costituzionali, senza sposare l’una o l’altra causa ma assicurando insieme lo svolgimento delle funzioni di governo con quelle di opposizione. Essere capo di un partito o di una corrente di partito (le situazioni sono equivalenti) è incompatibile con il ruolo di presidente di una o dell’altra Camera, potendosi verificare (ma in concreto è già purtroppo avvenuto negli ultimi mesi) che le scelte presidenziali siano viziate da un interesse particolare, ancorché politico, che mal si conciliano con la funzione istituzionale. Con l’aggravante per Fini che la scelta di Saragat, eticamente ineccepibile ed antitetica a quella finiana, nasceva da un progetto politico di altissimo profilo mentre quella dell’attuale presidente della Camera rischia di farci ripiombare nel più vieto sistema partitocratico e correntizio che ai partiti (ed alle loro correnti) consente di disporre del voto ricevuto dagli elettori a proprio piacimento. Il leader socialdemocratico ha corrisposto in pieno alle richieste del suo tempo, Fini rischia di mettere indietro le lancette dell’orologio della politica e del nostro sistema istituzionale.
martedì 31 agosto 2010
Pubblicato su "Il Giornale.it"
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