Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, disposti in ordine cronologico.

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, lunedì 29 gennaio, su "La Repubblica" (Sebastiano Messina).
Apprendiamo, dal sito ufficiale del PSDI, la nomina a segretario generale del Dott. D’Andria avvenuta, per acclamazione, durante il Congresso di Fiuggi nei giorni scorsi. Le particolari vicende giudiziarie personali del Dott. D’Andria ci inducono a considerare, almeno per il momento, la inopportunità di proseguire concretamente la fattiva collaborazione fra il nostro Movimento ed il Vostro Partito, sancito da un patto federativo. Se gli avvenimenti futuri dovessero portare il Dott. D’Andria a prendere in considerazione la necessità di dimettersi, verificheremo l’opportunità di proseguire la collaborazione stante la comune aspirazione di rinascimento del mezzogiorno d’Italia.

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, mercoledì 31 gennaio, su "La Repubblica" (Mimmo Magistro).
Si sono incontrate le delegazioni dei Socialisti democratici italiani (Sdi), del Nuovo Psi, del Movimento «I Socialisti» e del Partito Socialdemocratico di Brescia guidate rispettivamente dai segretari e coordinatori provinciali Dionigi Guindani, Fausto Ghidoni, Mariano Comini, Vito Robles.
Ne danno conto le stesse forze politiche attraverso un comunicato congiunto: «Dopo una approfondita riflessione, pur con accenti diversi, sulla situazione politica nazionale e locale, gli intervenuti hanno condiviso l’analisi che la ragione di fondo della carenza di reali politiche di riforme è da imputarsi, in prima istanza, alle leggi elettorali che hanno determinato anomale aggregazioni. Se, da un lato, ciò ha consentito anche in Italia l’alternanza di governo nelle ultime legislature, ha anche determinato, nelle alleanze, la prevalenza di un metodo di gestione dei programmi condizionato dalle ali estreme degli schieramenti a discapito delle forze riformiste».
«Dal progetto della "grande riforma" e della "valorizzazione dei meriti e dei bisogni" lanciato da Bettino Craxi nella Conferenza programmatica di Rimini - ricorda ancora la nota - sono passati 25 anni. Ma l’ambiguità del sistema politico e delle contraddittorie alleanze, costruite più per vincere che per governare, impedisce ancora oggi non solo di affrontare con determinazione i grandi temi strutturali ma anche di proseguire ed aggiornare quelle analisi anticipatorie».
Secondo i socialisti «in Italia c’è un deficit di riformismo che non si riesce a colmare condizionato dal non aver saputo contestualizzare storicamente, e poi affrontare con decisione, le grandi questioni di fondo dell’affermazione di uno stato liberale laico e della prevalenza delle ragioni e dei metodi della socialdemocrazia che hanno caratterizzato e caratterizzano il modello sociale e politico europeo».
I socialisti «ritengono quindi che sia maturo il tempo per attivare insieme una riflessione utile e finalizzata al superamento della diaspora socialista, premessa indispensabile per lanciare la "questione socialista" di cui il Paese ha bisogno per recuperarne una forte politica riformista».
La riflessione comune «potrà esternarsi, in una prima fase, in iniziative culturali e politiche rivolte anche a quegli elettori socialisti che in questi anni hanno orientato il proprio voto verso le più diverse forze politiche, da FI fino ai Ds; oppure che si sono astenuti dal voto».
Secondo il documento congiunto si tratta di «un dialogo utile anche perché a Brescia, nelle amministrazioni della città capoluogo e della provincia, i socialisti, da sempre, hanno espresso politiche lungimiranti ed amministratori di qualità, ed hanno dato un contributo decisivo alle scelte per il futuro e lo sviluppo economico, sociale e culturale delle nostre comunità».
Le delegazioni dello Sdi, del Nuovo Psi, del Movimento «I Socialisti» e del Partito Socialdemocratico decidono quindi di dare vita ad un «forum socialista-liberale» che non è sommatoria di sigle della «diaspora», ma luogo di dibattito e di attività politica in cui possono riconoscersi tutti i socialisti vecchi e nuovi.
Dopo la diaspora i socialisti riaprono il dialogo. Le delegazioni dello Sdi, del Nuovo Psi, del movimento «I Socialisti» e del Partito Socialdemocratico, guidate da Dionigi Guindani, Fausto Ghidoni, Mariano Comini e Vito Robles, si sono incontrate per valutare la situazione politica nazionale e locale. «Nelle alleanze c’è la prevalenza di un metodo di gestione dei programmi condizionato dalle ali estreme a discapito delle forze riformiste - sostengono - L’Italia rischia cosìdi essere un Paese in cui è normale il rinvio costante delle innovazioni capaci di garantire adeguato sostegno alle imprese nella concorrenza di mercato globalizzata. E, complessivamente, un Paese che fatica a essere moderno, laico e liberale».
I quattro, richiamandosi al progetto della «grande riforma» e della «valorizzazione dei meriti e dei bisogni» lanciato da Bettino Craxi 25 anni fa a Rimini, sostengono: «In Italia c’è un deficit di Riformismo che non si riesce a colmare condizionato dal non aver saputo contestualizzare storicamente, e poi affrontare con decisione, le grandi questioni di fondo dell’affermazione di uno stato liberale laico e della prevalenza delle ragioni e dei metodi della socialdemocrazia che caratterizzano il modello sociale e politico europeo».
Da qui nasce l’esigenza di «attivare insieme una riflessione utile e finalizzata al superamento della diaspora socialista. Questa riflessione comune potrà esternarsi, in una prima fase, in iniziative culturali e politiche rivolte a quegli elettori socialisti che in questi anni hanno orientato il proprio voto verso le più diverse forze piolitiche, fa Forza Italia fino ai Ds, oppure che si sono astenuti dal voto. Un dialogo utile anche a Brescia, nella amministrazioni della città capoluogo e della provincia, i socialisti, da sempre, hanno espresso politiche lungimiranti e amministratori di qualità e hanno dato un contributo decisivo alle scelte per il futuro e lo sviluppo economico, sociale e culturale delle nostre comunità».
Da qui la decisione di dar vita a un «forum socialista - liberale» che dovrà essere «strumento per promuovere dibattiti, iniziative culturali e riflessioni comuni su temi di interesse collettivo, nazionale e locale, al fine di dare una lettura dei fenomeni sociali e indicare le soluzioni possibili».
Il presidente dell'Internazionale Socialista, Georges Papandreou, durante un incontro ufficiale con il gruppo del PSE al Parlamento Europeo ha annunciato che il Partito del Congresso dell'India ha deciso di instaurare un rapporto strutturato con l'Internazionale Socialista, un passo deciso nel cammino verso una futura adesione dell'importante movimento nazionale indiano:  «Dopo il mio incontro con l'amica Sonia e il ministro degli Esteri indiano - ha detto il presidente dell'Internazionale Socialista Giorgos Papandreou - ho il piacere di annunciare la sostanziale partecipazione di questo grande partito, il Partito del Congresso, all'Internazionale socialista in modo organico e sistematico, cosa che certamente contribuirà a dare all'India una voce, ma rafforzerà al tempo stesso la voce dei socialisti e delle forze progressiste nel mondo. Con questo messaggio vogliamo mettere in luce il ruolo che l'Internazionale Socialista ha nei dibattiti mondiali che riguardano i grandi temi della nostra epoca».
Pittella, Presidente della delegazione italiana nel gruppo del Pse ha dichiarato: «Si tratta, indubbiamente, della felice conferma che la famiglia socialista nel mondo è ben viva e resta forza attrattiva per i movimenti democratici e progressisti dovunque essi operino».
Una cosa è certa, il netto avvicinamento alla famiglia socialdemocratica del Partito del Congresso guidato da Sonia Gandhi - storico soggetto politico dell'India nonchè, con il suo miliardo d'abitanti, faro della coalizione di Governo della più grande democrazia del mondo - è un chiaro messaggio per chi vedeva giunta al tramonto una Internazionale vincolata all'idea, quasi arcaica, di un socialismo liberale e democratico. Un forte segnale in chiara controtendenza per tutti coloro che continuano a chiedere a più riprese, a nome di un'anomalia tutta italiana, di cambiare fisionomia ed identità al Partito del Socialismo Europeo ed all'Internazionale Socialista.
 Mario Calì ed Emilio Falletti, rispettivamente segretari provinciali del PSDI e del Nuovo Psi, hanno ufficializzato la nascita del Consiglio Permanente dei Socialisti, cui ha aderito anche il “Movimento per l'Unita Socialista” coordinato da Canzio Papini.
Le Direzioni Provinciali dei due partiti hanno deciso di avviare un serrato confronto verso un grande “Patto Socialista”, un processo che parte dal fertile laboratorio politico che è sempre stata la Maremma, con l'auspicio che sia destinato ad estendersi anche alle altre province toscane, dove presto saranno programmati incontri ufficiali in tale direzione.
«Non vogliamo limitarci ad accostare simbolicamente due sigle del Socialismo storico italiano – ha affermato Calì – ma puntiamo a rimettere l'iniziativa socialista concretamente in primo piano, rispetto ad un quadro politico sempre più confuso e povero di ideali e di valori.»
Con questo percorso comune si intende offrire una nuova prospettiva unitaria rivolta all'intera area socialista, con una attenzione particolare alle giovani generazioni che potenzialmente sono aperte a riconoscersi in un progetto moderno di Socialismo liberale e democratico, in grado di coniugare le opportunità di un mercato, realmente libero, con le esigenze della solidarietà sociale.
«Quello di oggi – ha precisato Falletti - è l'inizio di un percorso che è finalizzato alla formazione di una grande forza socialista che, nel superamento dell'attuale sistema bipolare, si ponga come alternativa ai costituendi Partito Democratico e Partito o Federazione delle Libertà.»
Il Consiglio Permanente dei Socialisti, promosso da PSDI e Nuovo PSI, ma esteso a tutti i movimenti e soggetti di ispirazione socialista che vogliano aderirvi, si pone come obiettivo contingente quello di lavorare insieme sulla base di una comune piattaforma politica ed amministrativa, in grado di spaziare dalle questioni politiche nazionali e comunitarie ai programmi amministrativi riguardanti le specificità delle realtà locali maremmane.
Il Consiglio Permanente dei Socialisti, ente consultivo di tipo paritetico e corale, attraverso le proprie riunioni assembleari, avrà il compito di avanzare nel tempo una serie di proposte qualificanti e dal carattere fortemente innovativo, in modo da fornire risposte immediate e concrete alle numerose istanze dei cittadini.

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, domenica 18 febbraio, su "La Gazzetta del Mezzogiorno".

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, domenica 18 febbraio, su "La Gazzetta del Mezzogiorno".
“Non riconosco questo segretario, eletto illegittimamente. Il partito è unito nel combattere soprusi che vengono compiuti in spregio alle più elementari regole della democrazia”: così il presidente del gruppo Psdi alla Regione Puglia, Giuseppe Cioce, replica al provvedimento di espulsione a carico suo e del segretario regionale del partito Mimmo Magistro, disposto da “colui che si ritiene il segretario nazionale del Psdi”. “Gli unici organi legittimati ad assumere provvedimenti in nome del Psdi sono quelli nominati dal segretario nazionale e dalla direzione”, ha scritto Renato D’Andria in una sua nota. “Ridicolo”, ribatte Cioce. “Il signor D’Andria forse dimentica che il sottoscritto è l’unico che unitamente al compagno Giorgio Carta rappresenta il Psdi nelle istituzioni, uno che ha fondato questo partito insieme a compagni che da lui sono stati persino spogliati del diritto sacrosanto di criticare comportamenti e atti che non appartengono alla tradizione del nostro partito”. “In Puglia”, aggiunge Cioce, “mi sento il partito e lo rappresento con linearità di comportamenti e con un’azione politica qualificata”. Sul provvedimento di espulsione, Cioce, che di professione fa l’avvocato penalista, ribadisce che “tutti gli atti assunti dal signor D’Andria, compreso lo svolgimento del presunto Congresso di Fiuggi, sono oggetto di controversia giudiziaria dinanzi al Tribunale di Roma”. L’esponente socialdemocratico aggiunge che “non appartiene certo al costume dei segretari socialdemocratici, se tale ritiene d’essere il dottor d’Andria, epurare – adducendo scuse banali come le critiche al governo regionale pugliese – tutti coloro i quali, legittimamente, esprimono dissenso rispetto a scelte che vanno a sicuro danno del partito, che noi, con il nostro impegno, abbiamo ricostruito. Sono esterrefatto per un provvedimento che peraltro non mi è stato notificato, ma che non deve creare alcuno sconcerto nei compagni e che, anzi, deve servire a rinsaldare quei vincoli di profonda amicizia e quella compattezza nelle scelte che ha sempre caratterizzato i socialdemocratici pugliesi”.
A Cioce e Magistro oggi è pervenuta una nota di solidarietà e sostegno da parte del senatore Antonio Cariglia, storico rappresentante del partito, il quale ha condannato l’atteggiamento anti-democratico assunto dai vertici del partito e ribadito la sua piena e incondizionata fiducia nei vertici regionali del Psdi.
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