Di seguito tutti gli interventi pubblicati all'interno del sito, disposti in ordine cronologico.
A chi ama la libertà e la democrazia è d’obbligo analizzare tutti gli avvenimenti e i provvedimenti approntati, approvati e applicati dall’attuale governo di centro destra. Credo che il tutto discenda dalla convinzione di onniveggenza del cavaliere, attorniato e osannato da responsabili ministeriali che dimostrano ogni giorno che passa la loro incompetenza, ma soprattutto la voglia di apparire e di evocare provvedimenti che appartengono ad un passato negativo. Forse alla metà degli italiani il richiamo all’autoritarismo e’ congeniale e quindi l’uomo che vuole dimostrare doti di onnipotenza E’ il loro idolo, anche se approfondendo la conoscenza dei retroscena degli iniqui provvedimenti dimostrano il contrario. Mi riferisco ad alcuni provvedimenti che apparentemente, divulgati fumosamente dai media, conducono alla sagace, supposta, efficienza del solito homo fumo(n)sus. 1° i rifiuti di Napoli che hanno imperversato per mesi sui media, sezionando crudelmente il governo Prodi, incolpevole per la vergognosa interferenza della camorra che oggi si scopre in combutta con i vertici di Forza Italia-Popolo della Liberta’, con nomi e cognomi. Uno di questi si ingraziava il Capo con l’invio di kg di mozzarelle di bufala che facevano la delizia dei palati dei notabili ammessi al suo desco! Quindi i rifiuti si sono dimostrati nocivi per il governo, tradito dalla consueta congiura camorristica, e pregiati per la compagine governativa. 2° la sicurezza affidata ad un incompetente che sta producendo più danni di prima, aumentando a dismisura la potenza di fuoco delle cosche. Non si è ancora reso conto che i soldati non sono preparati ad affrontare un nemico agguerrito e protetto dall’omertà di larga parte della popolazione. Solo le forze dell’ordine possono contrastare il dominio della criminalità, ma devono avere i mezzi economici per potere agire in profondità, che invece sono stati vergognosamente tagliati. 3° altro nodo inverecondo le condizioni fallimentari e il declino di Alitalia, che hanno origini molto lontane ( 1998 occupata e divorata prima da DC e poi dalla LN). Ma le responsabilità del fallimento delle trattative con Airfrance sono da attribuire alla solita azione devastante del Cavaliere e della sua fatiscente cordata. Il fallimento non sarebbe così grave, come i detrattori vorrebbero fare credere, basta pensare alla SAS che rappresenta la compagnia di 3 paesi nordici, in attivo, e i piloti di Alitalia sono d’accordo! Basta con questo stillicidio che porterebbe solo guadagni alla cordata ed ulteriori debiti per le tasche degli italiani. 4° il revisionismo e il revanscismo perpetrato da esponenti del governo dovrebbero rappresentare un insulto per tutte le forze politiche che, come il PSDI, hanno contribuito alla restaurazione della libertà e della democrazia. Non ultimi gli episodi di commemorazione della Nembo della RSI e la risibile commemorazione dei caduti di Porta PIA!!!!!!! 5° i provvedimenti distruttivi a carico dell’istruzione con l’aumento della disoccupazione .100.000 posti di lavoro tagliati e l’aumento dell’ignoranza degli studenti per le lingue! Ricerca allo sbando e forse ritorno al sabato di infausta memoria! 6° le (in)comprensibili, strabilianti, leggi ad personam che oscurano la totale assenza di provvedimenti in favore delle famiglie e del dissesto economico! Onestamente a me sembra che qualcosa di democratico debba essere compiuto per arginare questo stato di cose. Al momento il paese sembra essere orfano di una vera efficace, efficiente, opposizione, ma i partiti della sinistra dimostrano ancora una volta la propria incapacità e responsabilità, implosi al loro interno per l’eterna diaspora fatta di egoismi,qualunquismo e populismo. Siamo di fronte ad una ulteriore crisi d’identita’ che solo un’ unità veramente riformatrice può condurci ad un dialogo produttivo ed arginare lo scivolamento scientifico verso il baratro e l’oblio. Queste mie considerazioni per un contributo ad un’ampia discussione .
Roma, lì 02.09.2008
Ai Componenti il Consiglio Nazionale - Ai Consiglieri ed Assessori Provinciali e Comunali - Agli Amministratori di Enti Provinciali e Regionali - Al Collegio Nazionale dei Probiviri - Al Collegio Nazionale dei Revisori dei Conti Oggetto : Aggiornamento Convocazione Riunione Consiglio Nazionale PSDI.
Cari compagni, il Consiglio Nazionale del PSDI è convocato alle ore 9.30 in prima ed alle ore 10.30 in seconda convocazione di sabato 20 settembre 2008 a Roma presso l’Hotel Ariston – Via Filippo Turati, 16 .
L’aggiornamento si è reso necessario per impreviste difficoltà logistiche e per la contemporanea manifestazione a Chianciano Terme dell’UDC nel corso della quale dovrebbe essere lanciata definitivamente la Costituente di Centro. I lavori si svolgeranno con il medesimo ordine del giorno sottoriportato:
1 - introduzione del Presidente Nazionale del Partito;
2 - relazione del Segretario Nazionale sull’attuale situazione politica nazionale;
3 - discussione proposta di adesione del PSDI alla Costituente di Centro;
4 - interventi dei partecipanti e dibattito;
5 - verifica composizione Consiglio Nazionale e presa d’atto di eventuali decadenze da componente il Consiglio Nazionale e conseguente verifica composizione Direzione Nazionale;
6 - esame situazione organizzativa e determinazioni conseguenti;
7 - conclusioni del Presidente Nazionale del Partito;
8 - votazioni di eventuali o.d.g. e/o mozioni;
9 - approvazione regolamento Comitato Etico e sua nomina;
10- approvazione eventuali modifiche statutarie a tutela dell’immagine e della salvaguardia dell’iniziativa politica dei socialdemocratici in Italia;
11- varie ed eventuali.
I componenti il Consiglio Nazionale che non avessero formalizzato il rinnovo dell’iscrizione per il 2008 potranno farlo entro l’inizio dei lavori del Consiglio Nazionale.
Fraterni Saluti.
IL PRESIDENTE NAZIONALE PSDI
f.to Alberto TOMASSINI
MAGISTRO E TOMASSINI HANNO INCONTRATO CESA E PARTECIPATO AD UN VERTICE DEI PARTITI ASSENTI DAL PARLAMENTO
Il Segretario Nazionale, Mimmo Magistro ed il Presidente, Alberto Tomassini hanno incontrato, Lorenzo Cesa, Segretario Nazionale dell’UDC. Cesa, ha confermato che l’UDC intende procedere speditamente alla creazione di un nuovo e diverso soggetto politico che metta insieme le esperienze cattoliche, laiche e riformiste del Paese che intendano sottrarsi dall’egemonia di Berlusconi e Veltroni. Il dialogo proseguirà nei prossimi giorni – dopo la festa dell’UDC a Cianciano.
Successivamente Magistro e Tomassini hanno partecipato su invito del Segretario Socialista, Riccardo Nencini ad un summit delle forze politiche assenti in Parlamento. Presenti i vertici di Rifondazione Comunista, Sinistra Democratica, PS, PLI, Verdi, Nuovo Partito d’Azione e, naturalmente, PSDI, si è convenuto di chiedere ai Presidenti di Camera e Senato una sorta di “diritto di tribuna” almeno informale, sia attraverso l’audizione nelle commissioni su argomento di rilievo costituzionale, sia attraverso l’utilizzo di strutture quali sala stampa, etc.. In modo trasversale e senza che possa incidere sulle alleanze e sulle strategie dei singoli partiti si è deciso, altresì, di dar vita ad un tavolo “per i diritti negati e per la democrazia” che vigili sulle riforme costituzionali e, soprattutto, sulla nuova legge per le elezioni europee nella quale PdL e PD, pare vogliano riproporre l’eliminazione del voto di preferenza. Il Segretario del PSDI, Mimmo Magistro, ha proposto che questo tavolo sia aperto anche a quelle forze politiche che - come l’UDC – pur presenti in Parlamento condividano tale battaglia. Magistro, altresì, ha ricordato che il rischio di una scarsa democrazia interna ai partiti era stata paventata, da Calamandrei e Saragat nel 1947, durante i lavori della Costituente.
ROMA, 11/09/2008
Bari, 05/09/2008
Il Segretario Nazionale del P.S.D.I., Mimmo Magistro, ha dichiarato: “Il casco gratis ai motociclisti baresi, dello stesso valore del Verbale elevato a quanti hanno violato la Legge è un brutto segnale per un’Amministrazione che – a parole, solo a parole – dice di voler difendere la legalità. A parte la qualità dei caschi, pare di produzione cinese, su cui vi sono forti dubbi e la legittimità del provvedimento sul piano contabile ed amministrativo, sarebbe stato meglio investire quelle risorse nelle scuole cittadine per educare al rispetto delle leggi ed in particolare alle norme del Codice della Strada. Speriamo che Emiliano, non vorrà continuare su questa strada, regalando il “viva voce” agli automobilisti “pizzicati” in auto a parlare al cellulare ed il navigatore satellitare a chi guida contromano!”
Bari, 04/09/2008
Breve cronistoria: il dieci dicembre del 1967 la Città di Bari ebbe l’onore di essere scelta per custodire le spoglie dei suoi giovani soldati caduti per la Patria. Per questo motivo il nostro Paese, con riconoscenza e gratitudine per il loro immenso sacrificio, decise di edificare un Sacrario in cui fossero le spoglie degli eroi nazionali. Fu anche un gesto forte per tramandare alle future generazioni il valore di soldati morti nell’adempimento del loro dovere.
Il Candidato Sindaco di Bari e Segretario Nazionale del PSDI Mimmo Magistro ha voluto visitare, questa mattina, il Sacrario dei Caduti di Bari. Molteplici i motivi dell’iniziativa. Il principale è quello di evitare il rischio d’abbandono e disinteresse da parte del Ministero della Difesa e degli Enti Locali (Comune di Bari). Magistro nel corso della visita –accompagnato dal Generale Munafo’, Presidente della Società Italiana Protezione Beni Culturali (Agenzia dell’UNESCO) e tra gli altri dall’On. Marengo - ha elencato i numerosi cimeli storici portati via, alcuni dei quali per manutenzione ed altri avviati alla rottamazione per il degrado subito nel corso dei decenni.
Nel piu’ assoluto silenzio, ad esempio, è scomparso il famoso carro armato “Sherman” che per primo entro’ nella nostra città con il Generale Clark, comandante delle forze alleate, il piccolo carro “Tank” reduce dall’epica battaglia di El Alamein ed i cannoni della campagna di Russia nonché numerosi reperti. A questo si aggiunge l’inagibilità del sacello centrale in cui vi è il pericolo dovuto alla possibile caduta dei pannelli di rivestimento. Ma sono molte le carenze e disfunzioni che non è stato possibile far verificare ai cronisti (neanche per riprendere con le telecamere l’interno del Sacrario) presenti “bloccati” da un divieto per una mancanza formale di autorizzazione che andava richiesta al Ministero della Difesa.
A conclusione della visita – a cui hanno partecipato alcuni rappresentati d’arma in congedo - Mimmo Magistro ha assunto l’impegno di richiedere al Ministero della difesa e al Sindaco di Bari un impegno congiunto e concreto per rilanciare l’immagine della struttura e della Città di Bari. Questo anche per via di un grave fenomeno che va intensificandosi: molte famiglie dei soldati, le cui spoglie riposano nel Sacrario, hanno chiesto di riavere i resti dei propri cari, di fatto ridimensionando l’importanza ed il ruolo del luogo.
Magistro aggiorna il gruppo dirigente
Lettera aperta ai compagni del PSDI
Roma, lì 1° agosto 2008
Ai Componenti il Consiglio Nazionale
LORO SEDI
Devo ai compagni una doverosa informativa sull’attività politica di queste settimane, soprattutto per il rinvio, al prossimo 13/09, del nostro Consiglio Nazionale. Rimosse le amarezze legate alle Elezioni Politiche, abbiamo operato intensamente, in questo periodo, in sintonia con la Segreteria e con il compagno Alberto Tomassini – la cui presenza negli incontri è sempre stata preziosa – per riallacciare i rapporti con le forze politiche a noi più vicine.
In tal senso, abbiamo proseguito i contatti con l’U.D.C. per la costituzione di un soggetto politico nuovo che – come opportunamente consiglia Enrico Cisnetto in un prezioso articolo che abbiamo pubblicato sul sito del Partito – dia vita ad una rifondazione del sistema politico e degli assetti istituzionali.
Abbiamo posto due paletti: 1) autonomia e non scioglimento del P.S.D.I., 2) visibilità della nostra dignità politica.
I contatti proseguono periodicamente e contiamo di arrivare al 13/09 con una proposta concreta.
Ma l’avvenimento più importante del mese di luglio – oserei dire storico – è certamente l’incontro con Riccardo Nencini, neo Segretario Nazionale del Partito Socialista. Erano 12 anni che i due Partiti non s’incontravano ai massimi livelli. Merito anche dei compagni Mario e Luciano Calì (presenti anche in rappresentanza del P.S.D.I. al Congresso di S.D.) che avendo un ottimo rapporto personale con Nencini hanno favorito l’incontro. Con la nostra solita lealtà, con il compagno Tomassini, abbiamo rappresentato a Nencini, che dimostrava di conoscere gli antefatti, gli impegni che si stavano assumendo con l’U.D.C., ma abbiamo condiviso l’idea di un comune impegno per la richiesta, a Camera e Senato, di una sorta di “tribuna” per i Partiti senza parlamentari.
La disponibilità di Nencini a riavviare comuni intese, anche nelle realtà locali - in vista delle Elezioni Amministrative – è stata un buon viatico. Di questo e dell’evoluzione quotidiana della politica spero di poter discutere con Voi, cari compagni, il prossimo 13 settembre.
Cordialità e sinceri auguri di buone vacanze.-
Mimmo Magistro
fonte:
Ritenendo di fare cosa utile, pubblichiamo una lettera aperta del Dott. Cisnetto sull'attuale situazione politica.
Caro Adornato, il concomitante inizio di “Cortina InConTra”, la kermesse politico-culturale che da sei anni organizzo in luglio e agosto al fresco ampezzano, purtroppo mi impedisce di essere al convegno dei Circoli Liberal di Todi.
Ma non volendo mancare di dire la mia ad un appuntamento così importante – direi cruciale per chi immagina e intende concorrere alla salvezza del Paese attraverso la rifondazione (non esito a usare questo termine) del suo sistema politico e dei suoi assetti istituzionali – approfitto della disponibilità di Liberal per fare qualche ragionamento ma soprattutto per lanciare una proposta, intorno alla quale spero che a Todi si apra una discussione.
Parto dalla tua relazione, caro Ferdinando, per dire che la condivido pienamente e che, in termini di analisi, c’è poco o nulla da aggiungere.
C’è il declino, che definirei drammatico per i caratteri strutturali e permanenti della “crisi italiana”, del tutto estranea ai problemi mondiali – che comunque io considero “di crescita” – checché se ne voglia dire evocando il 1929 per far passare l’idea (alibi) che “è tutta colpa della globalizzazione se abbiamo la crescita zero, e noi non ci possiamo fare niente”.
Ci sono i “quattro nodi irrisolti” – la questione istituzionale, quella giudiziaria, quella dell’unità nazionale e quella della modernizzazione – che giustamente denunci essere aperti fin dalla caduta della Prima Repubblica (e in certa misura anche prima).
Nodi che oggi possono essere riassunti in quella che è giusto chiamare la “questione democratica”, di cui il leaderismo senza partiti e il giustizialismo sono gli aspetti più gravi di un sistema-paese che è ormai scivolato in quella che io definisco la “deriva putiniana”, cioè una democrazia che conserva i suoi tratti formali ma perde quelli sostanziali.
Non si tratta, si badi bene, del “regime berlusconiano” di cui l’intellighenzia di sinistra straparla da anni, regalando al Cavaliere il lucroso ruolo di vittima. No, si tratta di una malattia grave e progressiva della democrazia, che investe l’intera classe dirigente e la mentalità collettiva del Paese, i cui sintomi più evidenti sono il superamento di fatto dei dettami costituzionali – la Costituzione, si badi bene, si può e si deve cambiare, ma occorre farlo nei luoghi deputati e con le procedure previste, non a strappi “di fatto” – e la creazione di una sorta di “decisionismo senza decisioni”, tutto di natura mediatica.
Malattia che è il tratto distintivo della Seconda Repubblica nell’intero arco della sua (troppo lunga) durata.
Ma questa diagnosi è ormai acquisita.
Fateci caso: siccome con la “alternanza obbligatoria” che abbiamo inventato – dal 1994 in poi ha sempre perso le elezioni chi stava al governo – tutti sono stati a turno sia maggioranza che opposizione, in questa seconda veste tutti hanno finito col far propria questa valutazione “radicale”. Salvo dimenticarsene quando sono stati al governo.
In tutti i casi, il problema oggi non è la diagnosi, ma la condivisione della terapia. E qui sta l’importanza dell’appuntamento di Todi: bisogna che dalla due giorni di lavori esca una proposta forte, intorno alla quale costruire il lavoro politico dei prossimi mesi e anni di tutti coloro che si sentono impegnati alla “rifondazione” della politica italiana.
Prima di fare la mia, di proposta, voglio però esporre una premessa che ritengo fondamentale: la “rifondazione” non è tema di questa legislatura.
Prima di fare la mia, di proposta, voglio però esporre una premessa che ritengo fondamentale:
Lo so che è già passato fin troppo tempo, che la “transizione” è ormai diventata infinita e soprattutto che il Paese non può aspettare a mettere mano al proprio declino. Lo so. Purtroppo, però, la ruota della Seconda Repubblica deve compiere ancora questo ennesimo giro.
Non è detto che duri cinque anni, anzi, ma soltanto quando Berlusconi sarà uscito di scena – perché asceso al Quirinale o perché si torna a votare e lui passa la mano (cosa ovvia e certa, questa volta) – quando sarà uscito da quel “mercato del consenso” di cui in questi anni è stato insuperato (e purtroppo inutilmente imitato) protagonista, allora ci saranno le condizioni per passare alla Terza Repubblica.
E qui viene la proposta, che avanzo a nome di Società Aperta, il movimento che ho fondato e presiedo, e che danni si batte per una Terza Repubblica che nasca da un’Assemblea Costituente e che per sconfiggere il declino dia vita ad una stagione politica di “grande coalizione”.
L’idea è: costruiamo un “partito holding”.
Mi spiego. Con la fine dell’era berlusconiana – e considerando non trasmettibile per via ereditaria il Pdl, o quantomeno la grande maggioranza dei voti di cui dispone – l’orologio della politica tornerà al 1993, prima della “discesa in campo” del Cavaliere, riaprendo quella voragine di rappresentanza dei ceti medi e della borghesia, insomma della maggioranza moderata degli italiani, che allora rimasero orfani della Dc e dei partiti laici del centro-sinistra (quello vero). In più, ci sarà – anzi, già c’è ora – una voragine altrettanto grande a sinistra, visto che la pur allora perdente “gioiosa macchina da guerra” di Occhetto valeva mille volte di più della “sgangherata armata della pace”della sinistra oggi.
Dunque due grandi serbatoi di voti, due mondi – peraltro in rapida evoluzione e in via di mescolamento – che dovranno trovare un’offerta politica adeguata a rappresentarli, anche contemporaneamente in una certa misura. La risposta non può che essere un “nuovo partito nuovo”.
Alla sua costruzione ho personalmente lavorato in questi anni, a più riprese e con diversi interlocutori, ma senza esito. Naturalmente non mi consola il fatto che laddove ho fallito io altri non abbiamo avuto migliore fortuna. Ma la “verginità” del tentativo gioca comunque a favore, induce a riprovarci.
Un vantaggio questa volta c’è, ed è rappresentato dall’Udc. L’aver superato lo tsunami delle “elezioni della semplificazione”, e la sua attuale collocazione al centro del sistema politico, consente a Casini di mettersi a buon titolo alla testa di un complesso disegno di ristrutturazione dell’intera geografia politica italiana. Per far questo, l’Udc non basta.
Né è pensabile che esso possa proporsi come sole intorno a cui far ruotare altri pianeti. Ma, nello stesso tempo, non è utile neppure il suo scioglimento a favore di qualcosa d’altro. No, in questa fase non c’è il tempo e non ci sono le condizioni per una “grande fusione” di forze diverse, né dentro l’Udc né in una nuova forza politica.
Ecco, allora, l’idea del “partito holding”, cioè di una nuova formazione in cui tutte le forze esistenti – partiti, associazioni, fondazioni, movimenti – possano federarsi senza per questo perdere la loro identità e rinunciare alla loro autonomia.
Questo consentirebbe a laici e cattolici, e alle loro diverse anime, di incontrarsi intorno ad un progetto rifondativo del Paese, della sua democrazia, delle sue regole basilari – insomma, un grande progetto Italia che rappresenti il punto d’intesa su un programma di governo – ma nello stesso di mantenere intatta la loro capacità di iniziativa e battaglia politica sui temi più propri alle rispettive radici politico-culturali.
Per capirci, sulle tematiche etiche liberi tutti, mentre sul programma di governo – che oserei definire con tre nomi: De Gasperi, La Malfa, Craxi – piena convergenza. Al primo lavoro ci penseranno i soggetti esistenti (o quelli che vorranno costituirsi intorno a delle specificità), al secondo dovrà badare la nuova forza, che poi sarà quella che dovrà presentarsi alle elezioni e riscuotere il consenso di quei tanti, la maggioranza degli italiani, che saranno politicamente orfani. A chi penso? All’Udc, ovviamente, e alle diverse realtà del cattolicesimo liberale. E poi ai socialisti, ai repubblicani e ai liberali di tutte le diaspore.
Ma anche alle forze laiche e cattoliche dell’ex (?) Margherita, alle componenti maggiormente riformiste degli ex (?) Ds. Così come i settori non di matrice aziendalista di Forza Italia.
Difficile, complicato? Sicuramente. Ma ci sono alternative?
Un caro saluto di buon lavoro a Todi
Enrico Cisnetto, Presidente Società Aperta
RISCOPRIRE L'ETICA
Non è una esortazione! E' il grido di dolore di chi per decenni ha cercato il dialogo e il confronto delle proprie con le idee degli altri,consapevole che le proprie contenessero problematiche difficilmente digeribili. Sono perfettamente d'accordo con le riflessioni del compagno cifarielli sul mondo dei giovani,troppo spesso laconico e superficiale. Chi vuole fare politica vera, in questo frangente molto difficile, deve farlo con spirito di servizio, come l' hanno interpretata moltissimi compagni con immane difficoltà perchè osteggiati dai politicanti arrivisti ed in vendita continuata con sconti e saldi. Essere vivi ed apprezzati significa vivere stabilmente in mezzo alla gente, apprezzare i suoi suggerimenti e proporli anche a costo dell'impopolarità. Questa è la vera politica! La vita del partito è regolata dalle commissioni che devono elaborare proposte utili,fattibili e condivisibili. Questo è il mezzo per potere risvegliare trasparenza e credibilità nei cittadini. Il partito deve possedere una linea politica ben riconoscibile e non può ondivagare ad ogni fruscio del vento. E' necessario che i giovani imparino ad ascoltare e riflettere prima di essere destinati a rappresentare il partito responsabilmente. Io sono vecchio,con il bene dell'intelletto, non sono mai andato alla ricerca di posti al sole, ho rappresentato onorevolmente il partito dovunque e comunque, sono tuttora rispettato per la coerenza delle mie idee, patrimonio accumulato dalle esperienze di compagni degni di chiamarsi onorevoli e non deputati! Non sono un nostalgico degli anni passati, sono un passionale che vorrebbe che il partito riprendesse la sua collocazione, come diritto nell'agone politico e i compagni d' eta' non devono rincorrere i giovani con promesse, impossibili da mantenere, ma con un'apertura d'orizzonte di impegno politico al servizio della gente, ci sono e sono tanti che oggi militano nel volontariato o movimenti no profit, non come il camaleonte capezzone, esempio del + becero degrado dell'etica e della coscienza. Conosco le difficoltà che incontreremo, ma lo scoraggiamento o il melanconico abbandono rappresentano un insulto a chi in passato ha difeso strenuamente liberta' e democrazia.
Al compagno Cifarelli un affettuoso ringraziamento per il suo incitamento per un sollecito ritorno ai valori dell'onestà intellettuale e dell'etica.
Ciro tinè 30.07.08
di paolo (del 30/07/2008 alle 12:16:35, in politica, linkato 989 volte)
L'idea perversa e tarsversale di abolire le preferenze alle prossime elezioni europee deve vedere una ferma presa di posizione del nostro Partito.
L'ennesimo tentativo delle segreterie di espropriare i cittadini del loro diritto di scelta non può passare inosservato in un sistema in cui sembra che la "normalizzazione" sia divenuto un metodo imperante.
I Partiti ancora una volta sembrano ignorare il comune sentire popolare e prepararsi ad un ennesimo colpo di mano.
In questa ottica la Segreteria Nazionale deve dare indicazione ad iscritti e simpatizzanti di impegnarsi sul territorio per la raccolta di firme contro questa ennesima sciagurata ipotesi
Paolo Bigliocchi
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