Di seguito tutti gli interventi pubblicati all'interno del sito, disposti in ordine cronologico.
Mercoledì 30 aprile il consiglio comunale di Loria, su mia iniziativa, ha votato all'unanimità l'odg in difesa dei diritti umani in Tibet e la richiesta di liberazione di Ingrid Betancourt. Perchè non venga soffocata dal silenzio e rimanga isolata prego tutti i compagni presenti nelle amministrazioni comunali, provinciali e regionali di rendersi partecipi alla sua divulgazione con proprie iniziative. La democrazia e la libertà vanno difese con la nostra attiva presenza.
Ciro Tinè
1 maggio 08
La nuova sconfitta quella di Roma e delle amministrative è terribile, pesante, incredibile, insopportabile. Una sconfitta che cancella 100 anni di storia e 60 anni storia repubblicana. Il nuovo partito costruito sulle ceneri della sinistra,con il sangue dei lavoratori socialisti. Un costo troppo alto. Consegnate il Parlamento e le Istituzioni democratiche alla destra! Una scelta sbagliata…scellerata! Una decisione incomprensibile: l’accordo con Bonino e Di Pietro e l’ esclusione dei socialisti e dei moderati! Il silenzio dopo il 13 aprile e la perdita di Roma sono la conferma degli errori e delle divisioni. Ora è inutile cercare e colpe e colpevoli; dobbiamo ricominciare… da zero.. aprire un confronto serrato. Forse dalle ceneri si potrà dare inizio ad una nuova era quella della responsabilità e delle scelte condivise, programmi seri…..
Abbati Giuseppe - già consigliere regionale PSDI
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro ha dichiarato:
“Veltroni abbia l’umiltà di riconoscere l’errore di aver voluto , da solo, affrontare nelle elezioni politiche il PdL, non solo rinunciando al sostegno ma umiliando tutte le forze politiche che, come i socialdemocratici, hanno consentito all’Italia di vivere sessant’anni di democrazia e libertà. Ma se il risultato alle politiche era atteso, quello amministrativo a Roma, è stato un voto post-ideologico che i cittadini hanno voluto assegnare ad un candidato, Alemanno, molto più credibile rispetto a Rutelli nell’individuare soluzioni concrete a problemi reali . O nelle prossime settimane Veltroni prenderà atto del fallimento della sua strategia di cancellare storie, culture e sensibilità politiche del nostro Paese e ricostruirà su nuove basi un rapporto di lealtà con gli alleati storici (Socialdemocratici, Socialisti, Liberali, Repubblicani) oppure avrà scritto lui , definitivamente, la parola fine del centrosinistra in Italia ed obbligherà quanti amano la politica a scegliere strade diverse. Senza una seria e severa analisi sono destinate a crollare, in poche settimane, come birilli, tutte le amministrazioni locali (regionali, provinciali e comunali) per il venir meno di un minimo di solidarietà. In questa tornata elettorale amministrativa non c’era l’alibi della Lega ed il risultato di Roma deve suonare allarme anche per un presunto leader come Casini che ha voluto sfidare i propri elettori a Roma imponendo la scelta dell’ astensione. Non abbiamo gioito per il fallimento di Casini di diventare ago della bilancia tra centrosinistra e centrodestra, né del caos che impera all’interno di alcune sue regioni, come Lazio e Puglia, per gli impegni disattesi con i propri elettori e con i propri candidati , ma il PSDI aveva, nelle scorse settimane, già avuto modo di verificare quanto cinica, personalistica e poco lungimirante fosse la conduzione nazionale dell’UDC, che dopo averci proposto un’intesa per creare un nuovo soggetto politico – l’Unione di Centro - con UDC, Rosa Bianca, PSDI e PLI ed individuato forme e modi di partecipazione, l’ha disattesa a 48 ore dalla presentazione delle liste, con grande danno per i socialdemocratici che, per evitare pasticci, hanno rinunciato a partecipare alle elezioni politiche. I risultati di Casini e Cesa sono stati deludenti proprio per l’ errore di sopravalutazione del gruppo dirigente perché, ben altro sarebbe stato il ruolo in Parlamento dell’Unione di Centro se – con l’apporto di PSDI e PLI - avesse potuto contare su 10 deputati in più e su 7/8 senatori anziché solo sui 3 siciliani di Totò Cuffaro. Per il futuro bisognerà ripensare al modo di fare politica. Gli elettori sono stanchi di ideologie, non riconoscono destra o sinistra, vogliono sapere come e chi riesce ad affrontare i propri problemi legati al lavoro, alla sicurezza ed all’ambiente. Sono stanchi del non fare, della demagogia ed, in generale del vecchio modo di gestire la politica. Nè credono ai Grillo ed ai Di Pietro, come non hanno creduto a Casini, Rutelli e Veltroni. E’ questo il tema delle prossime settimane anche per i socialdemocratici che devono ripensare ad un modello di Partito nuovo, moderno, accattivante, diverso, efficiente e convincente”.
Ufficio Stampa PSDI
Roma.li 29 aprile 2008
Carissimo Mimmo,
condivido pienanente la tua lucidissima analisi sugli " orrori " commessi nelle presenti tornate elettorali, purtroppo il PSDI paga la sua onestà e coerenza. Bisogna che tutti imparino che le lotte politiche rappresentano la difesa dei diritti e i doveri dei cittadini, se così non fosse abbiamo sbagliato sempre. Fraternamente.
Ciro Tinè
Mio caro Mimmo, condividendo in pieno la tua riflessione, mi pare sia giunto il momento in cui anche noi abbiamo la necessità di determinare la ns posizione nell’ambito di futuri o possibili accordi politici. L’attuale legge elettorale sarà prima o poi modificata , se non ci diamo delle direttive , ahimè il nostro Partito è destinato a scomparire per sempre dal quadro politico italiano. Mi permetto , se me lo concedi , di darti un consiglio; sarebbe opportuno in un prossimo incontro di segreteria Nazionale, porre in modo definitivo all’assemblea di indicare con un voto quale scelta fare. Sarà poi nella capacità di ognuno dei partecipanti far si che la scelta sia condivisa. Da nuovo iscritto , ho notato una emorragia di attivisti , anche storici, che non guardano tanto per il sottile ne al simbolo ne agli accostamenti politici. Attivisti storici , pregni di sola ideologia politica ma privi di desiderio di cambiamenti. La ns Società , come giustamente hai posto l’accento nel tuo comunicato , non guarda a dx o a sx , ma solo a nuovi e concreti programmi , ormai inevitabili, rivolti a salvaguardare e affrontare i problemi legati al lavoro, alla sicurezza ed all’ambiente non vogliono sapere come e chi riesce ad affrontare. Sono stanchi del non fare, della demagogia ed, in generale del vecchio modo di gestire la politica. mi sono permesso di utilizzare le tue stesse parole. La politica dell’ESSERE non ha più storia, impegnamoci e prepariamoci alla politica del FARE. C’è tanta strada da fare……
Un abbraccio
Carmine Capasso
A seguito dell'u.s. tornata elettorale che si è svolta in Italia devo con la presente esprimere un mio punto di vista e cioè, caro Segretario Nazionale PSDI Dr. Mimmo Magistro, avendo saputo che è prossima la riunione del Consiglio Nazionale PSDI, sento il dovere di esprimere una mia personale considerazione di come si dovrebbe promulgare una nuova legge elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali, cioè si dovrebbe riformulare il sistema elettorale adottando l'identico ordinamento Nazionale anche per gli Enti Locali. Cioè fare in modo che i partiti tradizionali trovino ospitalità dentro le calizioni riservando ad essi pari dignità ed altresì eliminare la mortificazione delle preferenze per i candidati presenti nelle liste, che alcuni di loro sono presenti solo come riempitivi ed avendo una passione per il partito non debbano sopportare anche l'affronto o l'onta della sconfitta. Tale ipotesi è da considerare sopratutto per i partiti come il nostro fortemente ideoligizzato che nel cors degli ultimi anni hanno perso la loro radicalizzazione sul territorio e ricostruirlo in sede locale risulterebbe improbo attraverso i personaggi delle liste civiche, i quali come i soldati di ventura si offrono al miglior offerente sia prima delle elezioni che dopo, sottacend ai bisogni della gente, come avverrà a Monopoli dove occorre un serio decentramento amministrativo dato che vi son ben 99 contrade nel territorio etraurbano di Monopoli ed alcune di esse sono distanti dal Comune di Monopoli di ben 22 chilometri, occorre che i consiglieri di Monopoli facciano istituire almeno 3 circoscrizioni. Questo alla gente di Monopoli può fregar di meno come pe le sorti dello sport Monopolitano che se non ci fossimo noi Baresi le attvità ludic sportive non esisterebbero. Concludo scrivendo che occorre un sistema elettorale univoco per tutto il territorio nazionale bisogna votare e far votare il simbolo del partito, gli uomini passano ma le ideologie devono rimanere. A tua disposizione per eventuali chiarimenti.
Il socialdemocratico Giampiero Montefusco
Roma, 28/04/2008
Ai - componenti il Consiglio Nazionale -
- Consiglieri ed assessori provinciali e comunali;
- Amministratori di Enti Provinciali e Regionali;
- Collegio Nazionale dei Probiviri;
- Collegio Nazionale dei Revisori dei conti;
Oggetto: Riunione Consiglio Nazionale PSDI – Aggiornamento per motivi logistici.
Cari compagni, il Consiglio Nazionale del PSDI è convocato per sabato 10 maggio 2008, in Roma, presso la sala meeting dell’ Hotel Ariston – Via Filippo Turati n. 16 con inizio dei lavori alle ore 08.00 in prima ed alle ore 10.00 in seconda convocazione con il seguente ordine del giorno:
1 – Introduzione del Presidente Nazionale;
2 - relazione del Segretario Nazionale;
3 – situazione organizzativa e determinazioni conseguenti;
4 - interventi dei partecipanti e dibattito;
5 – presa d’atto di eventuali decadenze da componente il Consiglio Nazionale;
6 - conclusioni del Presidente Nazionale del Partito;
7 - votazioni di eventuali o.d.g. e/o mozioni;
8 - approvazione regolamento Comitato Etico e sua nomina;
9 - approvazione eventuali modifiche statutarie;
10 – Varie ed eventuali.
I lavori si concluderanno sabato 10 maggio alle ore 18.00.
Ai lavori del Consiglio Nazionale parteciperà il Prof. Emanuele Emanuele che interverrà con una relazione sullo stato dell’economia e del debito pubblico in Italia.
I componenti il Consiglio Nazionale che non avessero formalizzato il rinnovo dell’iscrizione per il 2008 potranno farlo entro l’inizio dei lavori del Consiglio Nazionale.
Fraterni Saluti.
Presidente Nazionale PSDI
Alberto TOMASSINI
di paolo (del 07/05/2008 alle 10:07:53, in politica, linkato 1042 volte)
E' davvero dura!
Per chi ha creduto che la politica avesse il compito di indirizzare i cambiamenti della società attingendo a valori ed idee.
Per chi ha ritenuto che le grandi dottrine politiche,tutte,avessero un ruolo nelle scelte da fare ed oggi assiste ad una politica fatta solo di strategie per sopravvivere.
Non più al tentativo di formare le coscienze ma il contingente che influenza le scelte per qualche voto in più.
Leggevo su questo Blog un intervento in cui si diceva che occorre passare dalla politica del'"ESSERE" alla politica del "FARE" e mi è difficile comprendere come il FARE non venga influenzato dall'ESSERE.
Credo quindi che occorra chiarezza soprattutto su cosa si vuole essere.
Chiarezza che ci permetta di dire alla nostra gente cosa vogliamo ed il perchè di una loro partecipazione e di un loro impegno.
Non credo possibile ridurre il tutto a soli accordi strategici autoreferenziali.
Occorre capire come le attuali leggi ci possono permettere di esistere.
Grandi gli errori del PD e di Veltroni ma sarebbe un errore cercare un clima di normalizzazione limitandosi a scaricare colpe e non fare una analisi approfondita della realtà in cui siamo chiamati ad operare.
Traghettare i valori della socialdemocrazia nel terzo millennio signi fica capire in primis le grandi trasformazioni sociali e non continuare a ragionare su categorie forse superate.
Occorre capire se l'autonomia sia ancora un valore possibile o se sarebbe auspicabile partecipare alla costruzione di qualcosa di diverso.
Paolo Bigliocchi
Lo scenario politico e parlamentare che si presenta oggi, in Italia, assume aspetti sconcertanti perché storiche compagini partitiche della sinistra radicale e moderata sono scomparse falcidiate dai risultati elettorali del 13 e 14 aprile scorsi. Scomparse con un colpo di spugna a seguito di un’amara sconfitta determinata soprattutto dagli stessi elettori che da sempre ne hanno rappresentato lo zoccolo duro.
Questo evento epocale deve indurre alla riflessione, ad una analisi profonda per capire quali siano state le motivazioni che hanno causato questo sconvolgimento.
E’ evidente che sono stati commessi degli errori sul piano politico e strategico.
La sinistra radicale si è suicidata con l’intransigente e spesso irritante politica del “no”, mentre il PD ha commesso errori di presunzione ritenendosi la sola controparte politica del PDL umiliando e mortificando tante forze politiche come i socialdemocratici che hanno garantito sessant’anni di democrazia e libertà, apparentandosi poi con radicali e Di Pietro con un metro di valutazione politica che, alla luce dei risultati elettorali e dei fatti di questi giorni, non ha pagato.
L’elettore italiano ha capito che l’attuale classe politica dominante gli ha sottratto il diritto di scelta dei propri rappresentanti in Parlamento affidandola alle segreterie dei maggiori partiti.
Il 13 e 14 aprile 2008 la manifestazione di dissenso a tale scelta oligarchica è stata attuata sia con una minore affluenza alle urne (l’80% non deve trarre in inganno) sia anche affidando il consenso a partiti con insediamento territoriale, vedi la Lega al nord ed il Movimento per l’Autonomia per il centro-sud.
Non è detto che sia del tutto un voto stabilizzato, probabilmente trattasi in buona parte una fiducia a termine, legata anche a questa legge elettorale, perché si è capito bene l’intreccio perverso di un sistema oligarchico che offende la democrazia e il buon senso dei cittadini. Ne è prova di tanto l’esito elettorale delle amministrative romane, laddove il cittadino elettore ha disgiunto il suo suffragio votando per il PD alla Provincia e per il PDL al Comune, evidenziando, in tal senso , che non accetta più la contrapposizione ideologica, la demonizzazione dell’avversario politico, la ambiguità di comportamenti. Egli vuole una politica che sia mediazione, confronto, rispetto delle regole democratiche e soprattutto operatività sulla base di un programma che realizzi, con riforme incisive, le aspettative degli italiani e la soluzione dei loro problemi. Il PSDI ha sollecitato aggregazioni con altri partiti con i quali ha un comune denominatore politico, convinto che nell’unita si sarebbe potuto costruire un soggetto politico forte e propositivo. Ma la cecità di alcuni dirigenti di partito, alimentata dall’arroganza, dalla presunzione e, perché no, dalla slealtà, hanno fatto fallire ogni tentativo in tal senso con grave danno sia per i socialdemocratici, che hanno rinunciato alle elezioni politiche, sia per gli stessi cinici autori dell’inganno.
“Non omnia mala nociunt” afferma una massima latina, “Non tutti i mali vengono per nuocere”.
Infatti, il PSDI in questa tornata elettorale non ha né gioito e né penato. Ha conseguito, però, un grande risultato: ha consolidato la propria dignità, ha verificato la giustezza delle proprie intuizioni e confermato di essere un partito con una propria identità, consolidata in passato, in una collaborazione di governo con forze riformiste, laiche e cattoliche. Sulla scorta di questa esperienza vissuta abbiamo titolo a proporre la riorganizzazione del partito in un ottica fortemente federale, rifuggendo da avventurose fusioni.
La proposta congressuale dell’alleanza programmatica tra le forze socialiste, laiche, cattoliche, autonomiste, riformiste e di tutte le altre interessate al cambiamento per la creazione di un’area politica nuova, moderna, alternativa e fortemente propositiva rispetto al duopolio PD-PDL, che salvaguardi il patrimonio di una realtà politica e culturale pluralista ed articolata, quale è la nostra, pur mantenendo l’identità organizzativa, manifesta ad oggi la piena validità nella sua interezza.
L’aggregazione delle componenti cattoliche riformiste e laiche ( socialdemocratici, socialisti autonomisti, liberali, repubblicani e altri ) della politica italiana possono mettere insieme le loro energie non solo in sede nazionale, ma anche per sostenere battaglie territoriali, e dare una versione solidale e riformista del federalismo ( europeo, regionale, fiscale ).
Nondimeno, resta preminente la necessità di apportare modifiche alla legge elettorale, elaborate dal Parlamento, dopo l’effettuazione del referendum, e non da gruppi di potere e di pressione mediatica ed economico-finanziaria esterni, che assecondino il collegamento programmatico dei partiti e introducano, tra l’altro, l’indicazione di un’unica preferenza.
E’ evidente la necessità e l’opportunità di una nostra palingenesi politica, volgendo il nostro riformismo verso noi stessi, verso il partito, per ammodernarlo, per renderlo agile e funzionale, attivo e reattivo al suo interno e verso l’esterno in un dialogo permanente con l’opinione pubblica.
Conseguentemente, pure la necessità di esprimere un’organizzazione, una programmazione ed una comunicazione di ampio respiro ed innovative in un’ottica fortemente federale, anche nelle forme che consentono la rete informatica e di internet.
Tutto ciò comporta un’apertura incondizionata a nuove potenzialità favorendo il coinvolgimento dei giovani ed utilizzando tutti gli apporti che possono derivare dalle varie forme di aggregazione sociale e culturale (fondazioni, associazioni culturali, artistiche, sindacali e sportive).
A loro dobbiamo riservare massima credibilità e fiducia in quanto latori di nuove forze e di nuove idee ponendoci come fine primario la problematica del lavoro e che li veda, insieme, attori e protagonisti del proprio futuro.
Premesso che obiettivo principale della nostra azione politica è concorrere a riportare a normalità la vita democratica del Paese, il PSDI ritiene indispensabile l’abbattimento del debito pubblico quale premessa per poter liberare risorse e poter sviluppare una politica socialista e democratica di stampo europeo.
L’obbligo primario è quindi la riduzione delle spese correnti per salvaguardare quelle di investimento, considerando tali anche le spese sociali.
Peraltro, non va sottaciuta la fondamentale tematica del riequilibrio territoriale tra nord e sud del Paese, così come le altre problematiche quali, il fisco, la sicurezza in generale, sia nei luoghi di vita che di lavoro, la lotta alla criminalità per recuperare alla piena legalità intere aree del mezzogiorno d’Italia, l’energia, la famiglia, l’economia, la giustizia, la scuola, l’innovazione e la competitività delle imprese.
Il Consiglio Nazionale esprime fiducia nell’operato del Segretario Nazionale e del Presidente Nazionale ed approva il presente documento, convocando il Consiglio Nazionale, nella stessa attuale sede di riunione per il 5 o 12 luglio p.v in relazione alle disponibilità logistiche, al fine di definire la proposta programmatica del PSDI.
Votato all’unanimità.
Roma, 10 maggio 2008.
“ Non si può gioire dei problemi che bloccano l’attività della Giunta Emiliano – ha dichiarato il Segretario Cittadino, prof Giuseppe Balice - ma il PSDI non può che ribadire le proposte fatte al primo cittadino . Innanzitutto rinunci a fare il Segretario Regionale del PD, si dedichi a tempo pieno al mandato ricevuto dagli elettori, come si evidenzia, tra l’altro, dalla petizione popolare (2.500 firme circa) presentata dai cittadini baresi e sulla quale il Sindaco in tandem col Presidente del Consiglio Comunale ed il Capogruppo del PD ne rinviano la discussione in Aula sine die, violando lo spirito e la sostanza dello Statuto Comunale. Poi faccia una Giunta rappresentativa di tutte le forze politiche che dovrebbero sostenere la sua eventuale candidatura, perché quella attuale, in cui ci sono ben 12 assessori del PD su 14 complessivi, è l’antitesi della partecipazione e della democrazia che avrebbe fatto arrossire di vergogna anche i “podestà” del ventennio fascista. Non si può stare con il diavolo e l’acqua santa, neanche per chi, come lui si considera “Nembo Kid ”.
IL SEGRETARIO CITTADINO DI BARI
(Prof. Giuseppe Balice)
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