Di seguito tutti gli interventi pubblicati all'interno del sito, disposti in ordine cronologico.
Una coppa non è soltanto un pezzo di metallo ed una base. Una coppa significa tanto: sudore, tenacia, allenamento costante. Significa spirito di gruppo, sacrificio. E tanti ricordi. Sono passati trent’anni da quando, in Germania, le ragazze baresi riuscirono a conquistare la Coppa Cev (attuale Challenge Cup della federazione europea di pallavolo femminile) battendo il Modena. Portare l’orgoglio della propria baresità in giro per l’Italia potendo sfoggiare il primo trofeo continentale conquistato da una squadra di pallavolo femminile italiana non è cosa da poco. Lo ha ribadito il sindaco di Bari Antonio Decaro quando, ieri pomeriggio, ha formalmente riconsegnato la Coppa Cev che l’Amatori Volley Bari ha conquistato (targata Victor Village) 30 anni fa nelle mani di alcune delle giocatrici che di quella squadra fecero parte, guidate da un emozionato presidente del sodalizio sportivo Mimmo Magistro. La coppa da martedì 21 ottobre sarà tra i ricordi più prestigiosi della mostra itinerante che iniziando da Milano festeggerà il volley femminile italiano. L’Amatori è stata la prima squadra nella storia della pallavolo femminile italiana a vincere una Coppa Europea (seguita dopo 2 anni dalla Teodora Ravenna in Coppa Campioni) e resta l’unico club della città di Bari in assoluto a vincere una coppa europea con uno sport di squadra. Dopo la riconsegna del Trofeo abbiamo scambiato qualche battuta con Magistro, ripercorrendo le emozioni di quella vittoria. Cos’ha provato quando l’Amatori Volley Bari è arrivata, prima squadra italiana di pallavolo femminile, a vincere in Europa?“Una grande soddisfazione. Mi sono sentito un Vero Barese! Un Barese privilegiato! Mi sono sentito davvero appagato per il raggiungimento di un obiettivo, dato che anch’io sono nato giocando a palla a volo nell’oratorio dei Salesiani di Bari”. Magistro, quale futuro vede per la pallavolo in Puglia e a Bari?“Sicuramente migliore di quello attuale. Ma c’è bisogno di un forte rinnovamento del gruppo dirigente che non può restare invariato dopo 35 anni”. PUGLIA IN - 17 ottobre 2014
La splendida vittoria della nazionale italiana di pallavolo contro la Cina ha chiuso le due settimane baresi dei Mondiali di volley. Tifo alle stelle, pienone e gran partita delle azzurre hanno sancito una positiva esperienza per lo sport barese. Da oggi si torna ai problemi di ogni giorno, alle palestre scolastiche quasi sempre inagibili, alle piccole e grandi società sportive alle prese con la sopravvivenza. Il Comune di Bari non ha un euro in bilancio stremato dal pesante contributo assegnato ai Mondiali di volley che, per bocca dei dirigenti della pallavolo, sono, però, serviti ad una serie di manifestazioni stranamente, siamo certi, e solo casualmente pre-elettorali, diciamo “consigliate” dal vecchio assessore. Assessore e al tempo stesso presidente regionale del Coni che, nella fretta di fare una sua lista personale per le elezioni, ha dimenticato che nella città di Bari insistono club storici, piccoli e grandi, che andavano coinvolti e che l’adesione alla sua lista (zeppa di dirigenti direttamente o indirettamente gestori di impianti) non poteva essere la scriminante per dare un aiuto a tutto lo sport cittadino. Il fatto che il Col (Comitato organizzatore locale) dei Mondiali di volley sia stato influenzato dalle sue indicazioni ha forse inciso sulle recriminazioni pubbliche fatte dal vice presidente Fipav. Recriminazioni sui biglietti omaggio largamente richiesti e poi cancellati dalla sua memoria. Abbiamo partecipato, organizzato od assistito nella nostra tripla vita, sportiva, professionale e politica, a manifestazioni di livello mondiale, Olimpiadi, congressi ed assemblee e sappiamo come la scelta dei comitati organizzatori sono il presupposto su cui si basa il successo dell’iniziativa (basta vedere quelli dei Mondiali di calcio e dei Giochi del Mediterraneo per limitarci a Bari). Mi chiedo quanti mondiali avessero non organizzato, ma anche solo visto, alcuni componenti del Col. E perché nascondere che nelle prime due gare della nazionale italiana, gli organizzatori presi dal panico dei vuoti in tribuna, hanno chiamato tutti i club della provincia e distribuito migliaia di quei biglietti omaggio che giustamente erano stati negati ai politici? Giustamente dico: hanno fatto bene! Quando si organizza una manifestazione ufficiale, con gli inni nazionali e con 200.000 euro di risorse pubbliche, c’è un protocollo da rispettare e riguarda le autorità a cui vanno inviati gli inviti, come accade per la Fiera del Levante. Non mi pare che sia stato fatto. Così come, essendo soldi pubblici, occorreva che nella prima settimana, qualcuno più esperto nelle organizzazioni sportive, segnalasse l’opportunità di ingressi gratuiti o ridotti previa presentazione di iscrizione alla Fipav o ad altre federazioni. Cioè nella prima settimana c’è stato un potenziale spreco di risorse pubbli che. Da oggi vorremmo voltare pagina. La politica si è data delle regole. Regole più volte richiamate dal presidente del Coni in questi giorni. Bene, se un sindaco non può fare più di due mandati, mi chiedo perché un presidente regionale del Coni ci deve restare a vita con l’aggravante di fare nel contempo - non come tecnico ma come politico - anche l’assessore al Comune. E anche la Fipav le regole le faccia rispettare senza furbizie e sostanziali raggiri. Cioè (il ragionamento non è solo per la Puglia) senza che ci sia il gioco dell’oca: quattro anni presidente provinciale, otto anni presidente regionale, poi otto anni consigliere federale e poi si torna indietro, ancora otto anni regionali, sempre scambiandosi con il proprio doppione che si accomoda silenziosamente sapendo che comunque, il suo alter ego sarà sempre papa, re e cardinale. Tra due settimane si ritorna a votare perché il presidente regionale indicato da Giuseppe Manfredi ha gettato la spugna per gli impegni professionali, peraltro già noti. Non vorremmo che si rimetta in moto nuovamente il gioco dell’oca per cui alla Fipav Puglia ritorni lo stesso dirigente che un anno fa, otto anni fa e dodici anni fa ha scambiato il posto con Manfredi. Manfredi - è questo l’appello pubblico che gli rivolgo - dimostri di voler bene al movimento e lasci liberi club, atleti e tecnici di discutere e scegliere liberamente. Mimmo MagistroCORRIERE DEL MEZZOGIORNO - 8 ottobre 2014
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