Di seguito tutti gli interventi pubblicati all'interno del sito, disposti in ordine cronologico.
"Grande rispetto per la decisione del Capo dello Stato" viene espresso dal Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, circa la decisione di affidare al Sen. Franco Marini un incarico esplorativo per formare un nuovo governo. Per Magistro, “il Presidente Marini di cui il PSDI apprezza il grande equilibrio, non commetta l’errore di tentare di rimettere insieme i cocci del Governo Prodi recuperando qualche senatore centrista perché non è quella la strada per garantire al Paese la svolta di cui ha bisogno. Anziché cercare i Partiti “usa e getta” che stanno proliferando in queste settimane, faccia proposte originali e di ampio respiro che possano salvare la legislatura, non allungarne l’agonia per altri 2-3 mesi”. Per Magistro, “il PSDI che ha lealmente sostenuto il Governo Prodi con il suo deputato, On. Giorgio Carta, si riserva di valutare, con i propri organi, la posizione da assumere con il Sen. Marini, sulla base di eventuali proposte politico programmatiche che potrebbero essere sottoposte".
Ai componenti la Direzione Nazionale
AI componenti il Consiglio Nazionale
Ai Segretari Regionali
Cari compagni, in allegato invio l’elenco di Regioni, Province e Comuni che saranno chiamati alle urne nella prossima primavera 2008. Agli stessi vanno aggiunti i Comuni commissariati e sottratti i Comuni che per vari motivi sono stati già rinnovati. Sarà nostra cura farVi pervenire gli elenchi definitivi non appena saranno emanati dal Ministero dell’Interno. Gradiremmo conoscere da ciascun Comitato Regionale gli intendimenti sulle liste da presentare anche al fine di predisporre i modelli di delega ( è necessario ricevere per ciascuna regione i dati dei compagni incaricati alla subdelega per la presentazione delle liste) e la documentazione necessaria. Cordialità.
Mimmo Magistro
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Come la maggioranza degli Italiani sono molto scettico che la crisi che sta stritolando, nelle sue perverse spire, il paese possa essere risolto, sic et sempliciter, con una nuova legge elettorale edulcorata. Per potere uscire dal baratro, nel quale sono sprofondati gli improvvidi cittadini,è improrogabile la nascita di un nuovo corso. Esso deve essere inaugurato con la volontà di ripristinare, nella mente e nei comportamenti dei cittadini, i valori etici della vera politica, che purtroppo negli anni sono sprofondati in quelli più deleteri, allontanando le forze genuine dagli interessi della res pubblica. Opportunismo, qualunquismo, egoismo, sciovinismo sono stati i live motive conduttori della politica che hanno inesorabilmente causato danni difficilmente riparabili,tra di essi il più grave la delegittimazione degli organismi istituzionali, baluardo dei diritti e doveri di tutti. Non esiste ambito pubblico o privato che non abbia visto l’occupazione dei poteri politici, che, se avessero provveduto a nomine meritocratiche, avrebbero potuto essere sopportate e positivamente valutate, invece esse hanno riguardato la collocazione irriguardosa di raccomandati delle caste familiari, che hanno arrecato danni gravissimi all’immagine del paese e che l’estero impietosamente rivela a caratteri cubitali sui suoi media. Il quadro politico che si presenta all’orizzonte è il medesimo che fino ad oggi ha comandato l’Italia e quello che stupisce è che i cittadini continuino imperterriti ad ascoltare e dare credito a personaggi screditati, che hanno ottemperato, con i loro comportamenti e Leggi, ai propri interessi, spesso al limite della legalità. Etica e legge elettorale rappresentano il binomio inscindibile per ridonare all’Italia serenità e democrazia, sperando che i suoi cittadini capiscano la lezione e imparino che fare parte della comunità europea significa seguire le sue Leggi e adoperare i suoi finanziamenti per risolvere opere urgenti e non certamente per riempire le tasche di approfittatori, di ‘ndrangheta, camorra, mafia o altre organizzazioni criminali. Spero che queste mie esternazioni trovino un terreno fertile per una coltivazione pregiata e che risvegli negli animi degli scontenti, frastornati, disillusi, increduli, una piccolissima fiammella che dia vita ad un fuoco riparatore e che restituisca alla politica l’onorabilita’ che i nostri padri costituenti avevano ipotizzato e sancito. Aiutiamo con la nostra intelligenza l’Italia ad uscire dal miasma nel quale deliberatamente, per volontà di pochi, che però contano, è stata sprofondata e cerchiamo di donarle un governo stabile che garantisca con leggi giuste la sicurezza economica e fisica di cui i cittadini effettivamente necessitano. Questa rappresenta la mia speranza!!
Ciro Tinè
Il compagno Angelo Scavone, docente di Diritto Costituzionale presso l'Università degli Studi di Bologna, è stato negli anni '70 Segretario Nazionale della GSDI. Da sabato scorso è il nuovo Segretario Regionale PSDI dell'Emilia Romagna, eletto all'unanimità dal Direttivo Regionale, alla presenza del Presidente Nazionale , Alberto Tomassini. Come primo atto politico, il compagno Scavone ha voluto inviarci una sua riflessione sugli adempimenti del Capo dello Stato e le possibili soluzioni.
LE RIFLESSIONI DI UN COSTITUZIONALISTA
di Angelo Scavone
La situazione politico costituzionale che ha di fronte il Presidente della Repubblica risulta oltremodo complessa, nonché complicata da innumerevoli fattori.
Appare utile elencare alcuni punti fermi di comune condivisione. Il primo è che la legge elettorale attualmente in vigore presenta un elevato fattore di rischio per la possibilità di maggioranze divergenti tra le due Camere. E’ bene ricordare che tale disfunzione fu la conseguenza del richiamo rivolto al legislatore dal Presidente Ciampi al rispetto dell’art. 57 della Costituzione (base Regionale dell’elezione dei senatori). La conseguenza di tale considerazione è che l’attuale legge elettorale non può essere oggetto di piccole modifiche idonee a garantire la omogeneità di indirizzo politico dei due rami del Parlamento. Occorrerebbe invece una riforma elettorale di ampio respiro, anche in correlazione al quesito referendario già in stato di avanzato iter procedimentale. Per porre mano alla legge elettorale potrebbe quindi darsi luogo ad un ministero tecnico, istituzionale o “del Presidente” capace di varare una nuova legge elettorale idonea a superare sia la crisi di governo, sia la consultazione referendaria. Rispetto a tale disposizione, resta tuttavia lo scoglio del consenso bipartisan, che, allo stato, non sussiste, per la contrarietà del maggiore partito di opposizione. La seconda notazione riguarda la fase genetica del Governo Prodi, testè sfiduciato. Si è trattato di un ministero che ha governato “come se” potesse contare su un ampio consenso parlamentare, anziché, più realisticamente, fare i conti con una situazione di grave difficoltà, quantomeno al Senato della Repubblica. Non avere preso in considerazione né per le cariche istituzionali dello Stato, né per quelle di governo la ipotesi, peraltro sostenuta anche dal leader della opposizione, di grande coalizione, ha causato notevoli difficoltà di indirizzo politico ed ha rappresentato la causa diretta dell’attuale situazione di crisi e di ingovernabilità. Risulta ora del tutto evidente il conflitto tra gli interessi generali che non depongono a favore di elezioni immediate, comunque ad alto ed oggettivo rischio di ripetere l’attuale situazione a parte invertite e quelli dei partiti protagonisti dell’agone politico. Al Presidente della Repubblica potrebbe essere suggerita sommessamente una soluzione di mediazione tra queste due opposte, ma egualmente legittime esigenze, favorendo il ricorso alle urne (giustamente preteso dal leader dell’opposizione) per la sola camera nella quale il Governo è stato sfiduciato. La Camera dei Deputati invece, dove il Governo ha ottenuto la fiducia, potrebbe non essere sciolta anticipatamente, in ossequio a vari principi costituzionali ed al fine di garantire, una seppure parziale, continuità della legislatura. Inoltre, questa soluzione consentirebbe al corpo elettorale di pronunciarsi a favore di una soluzione di grande coalizione, poggiata sul consenso elettorale e non su quello delle segreterie di partito qualora, come è verosimile, al Senato della Repubblica lo schieramento attualmente all’opposizione ottenesse una larga maggioranza.A quel punto il Governo di grande coalizione, auspicato dal Presidente della Repubblica, costituirebbe non soltanto una soluzione obbligata, ma anche una soluzione indicata dagli elettori, idonea a formare un Governo non soltanto del Presidente, ma anche del corpo elettorale. Il Presidente della Camera alta sarebbe espressione dell’attuale opposizione e costituirebbe un bilanciamento rispetto all’attuale grave squilibrio istituzionale. Il Governo di grande coalizione non dovrebbe soltanto occuparsi della riforme elettorali, ma anche delle gravi emergenze nazionali, che è inutile qui ricordare. Ultimata la fase di collaborazione istituzionale, con la messa a punto di idonee riforme, eventualmente anche costituzionali, si potrebbe ritornare alle urne per entrambe le Camere riallineando i mandati di Camera e Senato e ritornando ad una fase di normalità costituzionale.Si tratta di una soluzione che consentirebbe di superare l’attuale stato di impotenza politico-costituzionale che conduce l’opinione pubblica a dovere scegliere tra due mali ugualmente inidonei ad affrontare le emergenze nazionali e cioè la prosecuzione della legislatura con Governi poco o punto rappresentativi, ovvero le elezioni anticipatate con la ripetizione degli schemi già logori dell’ultimo quindicennio.
di paolo (del 28/01/2008 alle 16:57:00, in politica, linkato 1306 volte)
In data 26 Gennaio 2008 l'assemblea degli iscritti ,convocata per una riorganizzazione della Federazione,ha eletto il nuovo esecutivo provinciale.
Segr.Prov. Claudio Sallusti
V. Segr.Prov. Riziero Agostinelli
Resp.organiz. Andrea Cerroni
Tesoriere Bruno Angelucci
Stampa Silena D'Angeli
Mario Pascasi
Maurizio Colantoni
Pietro Agostinelli
Il compagno Segretario Nazionale, Mimmo Magistro ha inviato al Corriere della Sera l'allegata nota:
Ill.mo Dott. Francesco Verderami Corriere della Sera MILANO
Illustre Dottore, nell’ ampio e condivisibile articolo pubblicato ieri (pagg. 8/9) i grafici allegati allo stesso non riportano la reale composizione dell’Unione nelle elezioni 2006. Infatti, il PSDI ha sottoscritto – con firma notarile - il patto dell’ Unione, condividendone anche il programma. Alla Camera , ha altresì, sottoscritto un accordo con l’Ulivo che prevedeva la presenza di propri candidati. In tale lista è risultato eletto, l’On. Giorgio Carta. Al Senato, il PSDI ha presentato le liste in 10 Regioni con lo storico proprio simbolo (sole nascente), mentre nelle altre Regioni ha presentato candidati in liste di centrosinistra con ottimi risultati, superiori ai voti che sono serviti a Prodi per superare Berlusconi. Purtroppo, i meccanismi perversi dei regolamenti parlamentari che privilegiano i gruppi “usa e getta”o i “furbastri” consentono a taluni, “senza storia e patria”, di presentarsi davanti al Capo dello Stato . Tanto – da collega – per doverosa completezza della notizia. Cordiali saluti.
Mimmo Magistro
NAPOLITANO SAPRA’ INTERPRETARE L’ INTERESSE DEI CITTADINI
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato: “Attendiamo con fiducia le decisioni del Capo dello Stato. Regolamenti arcaici obbligano il Presidente Napolitano ad una vetusta cerimonia, quella dell’ ascolto anche di gruppi parlamentari “ usa e getta” di cui non si comprende la rappresentanza. Il PSDI, che pure ha partecipato alle Elezioni Politiche con il proprio simbolo al Senato e in accordo con l’ Ulivo, alla Camera, ha fiducia che Napolitano saprà interpretare l’ interesse dei cittadini che è quello, innanzitutto, di essere rappresentato al meglio in un momento delicatissimo sul fronte dell’ economia internazionale e con una caduta verticale del potere d’ acquisto dell’ Euro e contestuale caduta di fiducia nell’ Istat, i cui rilievi appaiono lontanissimi dalla realtà. Il PSDI, già impegnato organizzativamente per le prossime Elezioni Amministrative, non teme eventuali elezioni anticipate. Semmai, ha forte la sensazione che eventuali elezioni potrebbero produrre ulteriori danni alle Istituzioni, con assalti a tutte le postazioni di potere. Le indiscrezioni che vengono da ogni Regione - per prima la Puglia – per cui Governatori e Sindaci sarebbero pronti a candidarsi, ci inducono ad essere prudenti sulla prospettiva dello scioglimento delle Camere”.
Anche i socialdemocratici italiani, presenti in Parlamento con l’On. Giorgio Carta, hanno voluto far conoscere il proprio pensiero al Capo dello Stato circa la crisi politico istituzionale conseguente alle dimissioni dell’On. Prodi.
Nella nota trasmessa congiuntamente dal Segretario Nazionale Mimmo Magistro e dall’On. Giorgio Carta, i socialdemocratici affermano: “Il PSDI, sino all’ultimo, con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, del proprio rappresentante, On. Giorgio Carta, ha lealmente sostenuto il Governo Prodi. Prendiamo atto con rammarico della volontà del Senato. Riteniamo, però, sia un errore andare subito al voto senza una nuova legge elettorale che, per i socialdemocratici, deve essere proporzionale e di tipo tedesco onde agevolare le aggregazioni. Occorre, comunque, garantire almeno lo svolgimento dei referendum per dare la parola direttamente ai cittadini qualora le forze politiche non siano in grado, con ampia maggioranza, di trovare un’intesa su una legge elettorale che sia garante dei principi costituzionali di rappresentanza. Saremo, comunque, attenti all’evoluzione della crisi politico-istituzionale e valuteremo le future proposte in campo, con particolare attenzione ai programmi, considerato della particolare congiuntura nazionale e preoccupati del periodo di recessione internazionale. Confidiamo nella saggezza del Presidente della Repubblica per una rapida conclusione della crisi in modo che non si creino dei vuoti di potere e il popolo italiano possa riacquistare fiducia nelle istituzioni.”
“ORA ASPETTIAMO PROPOSTE E PROGRAMMI”
Il Segretario Nazionale del PSDI, Mimmo Magistro, ha dichiarato: “Il PSDI , sino all’ultimo, con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, del proprio rappresentante, On. Giorgio Carta, ha lealmente sostenuto il Governo Prodi. Prendiamo atto che una stagione politica si è conclusa. Riteniamo sia un errore andare subito alle elezioni senza una nuova legge elettorale che, per i socialdemocratici, dev’essere proporzionale e di tipo tedesco per agevolare le aggregazioni , ovvero, senza aver doverosamente votato i quesiti referendari. Saremo, comunque, attenti all’evoluzione della crisi politico-istituzionale e valuteremo le future proposte in campo , con particolare attenzione ai programmi”.
La Segreteria Nazionale del PSDI esprime solidarietà al Senatore Mastella per la vicenda personale che lo ha colpito. Pur nella massima fiducia nella Magistratura, nel sul complesso, si pone con forza la questione, non ancora risolta, di assicurare a tutti i cittadini certezza del diritto e le giuste garanzie di fronte alla Legge. La scelta di aprire la crisi del Governo Prodi, però, è grave perché far precipitare un sistema politico in difficoltà verso le elezioni anticipate, rallenta il processo riformatore e lascia senza guida il Paese in un momento di drammatiche emergenze sul piano economico, sociale e civile. Se l’obiettivo della crisi è quello di eludere l’appuntamento referendario, giudicato ammissibile dalla Corte Costituzionale, il PSDI pur essendo contrario nel merito ai quesiti referendari, il cui accoglimento creerebbe un mostro politico e giuridico, ritiene democraticamente più corretto consultare in materia il corpo elettorale, piuttosto che andare al voto con una legge da tutti condannata per gli effetti deleteri che ha prodotto. Perché il Referendum possa essere evitato, rimane solo la strada di un accordo politico-istituzionale di alto profilo, attorno ad una Legge Elettorale non liberticida , ma che sia di supporto ad un sistema istituzionale nuovo, più stabile e più produttivo. La Segreteria Nazionale, dà mandato pertanto all’On. Giorgio Carta, rappresentante del PSDI alla Camera dei Deputati , di votare la fiducia al Governo Prodi, esprimendo, pur nei ristretti limiti di tempo concessigli, la posizione critica dei socialdemocratici italiani.
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