Di seguito tutti gli interventi pubblicati all'interno del sito, disposti in ordine cronologico.
di Mimmo Magistro
Le nostre perplessità sulle prospettive del Partito Democratico si stanno rivelando più che fondate.
I vertici di D.S. e Margherita officiando e sostenendo la candidatura di Veltroni, hanno dichiarato la morte di un’idea che avrebbe dovuto cambiare la politica in Italia.
Una scelta dal basso – si era detto – che avrebbe dovuto sollecitare e solleticare la partecipazione dei cittadini. Ora che c’è già il nuovo Segretario – scelto dall’oligarchia – si sta tentando d’individuare chi tra Bersani, Parisi o Letta debba sacrificarsi al rito della presunta partecipazione. Non era quello che i cittadini si aspettavano e noi, purtroppo, che l’avevamo previsto, non siamo stati creduti. Come stare insieme, poi, a dirigenti come Fassino e Prodi che avevano assunto precisi impegni, offerto strette di mano d’intesa (non è una favola raccontata ma storia vissuta in prima persona) e che poi - dopo il voto politico – si sono volatilizzati? Che fare ora per un Partito come il nostro, dello 0,5% - che però con i 58.000 voti acquisiti in sole 10 Regioni – è stato determinante per la vittoria di Prodi a Roma o in Puglia con i 12.000 voti fatti confluire su Vendola? C’è chi ci vorrebbe tuffati, mani e piedi, nella Costituente Socialista. Il cuore ci spinge in quella direzione, la ragione un po’ meno. Si può pensare di partecipare ad una costituente a Roma alla metà di luglio da invitati senza sapere neanche dove si svolge, né aver partecipato a stendere il programma o le tesi politiche ? E’ vero, in Puglia siamo in una sorta di “Eden” del socialismo. I rapporti umani prima che politici sono intensi e sinceri, anche se sul piano del potere – tanto per intenderci – c’è chi scoppia per la troppa abbondanza d’incarichi e chi – come noi – è a dieta perché qualcuno ha dimenticato impegni e promesse. Certo, in un futuro nemmeno tanto lontano – nei nostri Congressi – dovremmo chiederci se abbiamo fatto bene a sostenere Vendola e se è giusto che sia fra tre anni ancora il nostro candidato. Lo stesso discorso, ovviamente, vale per i Presidenti delle Province e per i Sindaci dei capoluoghi pugliesi. Oggi possiamo solo dire che in Puglia, come a Roma, abbiamo fatto i donatori di sangue e che i nostri voti non hanno avuto il giusto riconoscimento che avrebbero meritato. Anzi, mortificazioni su mortificazioni. Ecco perché il compiacimento di Introna sull’unità delle forze socialiste in Puglia – P.S.D.I. compreso – che avrebbero dovuto riunirsi nel pomeriggio di lunedì ma che si sono viste, invece, in mattinata senza che alcun dirigente del P.S.D.I. fosse stato avvertito dell’anticipo – ci sembra eccessivo. C’è la volontà di fare una strada insieme a Roma come a Bari, ma la strada non è agevole perché – ad esempio - siamo preoccupati dei rapporti ancora in essere tra SDI e Radicali con i quali si possono fare battaglie di civiltà, non Partiti insieme.
Nello SDI ci sono posizioni oltranziste ed anticlericali – del tipo di quelle di Villetti- che sono fuori dalla tradizione socialdemocratica che – come affermava Saragat – affonda le proprie ragioni nelle radici cristiane.
Si fa una costituente quando tutte le componenti si siedono a discutere, non quando c’è chi scrive per tutti la convocazione.
Nel Partito Democratico gli inviti li fanno D.S. e Margherita, per la Costituente Socialista il solo Boselli, il quale non ha ancora metabolizzato, evidentemente, il fatto che i socialdemocratici sono cosa diversa da quelli che, tentando di svendere il simbolo, 10 anni fa si fecero assorbire dallo S.D.I.
Ogni tanto ci sorge il sospetto che lo SDI sia interessato soprattutto a recuperare tutti i pezzi della ex galassia PSI più che a costruire un nuovo soggetto politico che, dandone dignità salvaguardi la storia e la tradizione di tutte le anime del socialismo italiano del 1900.
Per noi la Costituente deve essere non un fatto matematico (in politica 2 + 1 non fa 3), ma un processo culturale. Le forze socialiste devono tornare a fare una politica riformista e di progresso che la finisca con l’umiliare chi lavora e produce. Se così sarà ci saremo anche noi a Roma, oppure ciascuno per la sua strada come nel 1948. Ed allora avemmo ragione noi perché quella scelta portò l’Italia alla democrazia.

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, domenica 24 giugno, sulla "Gazzetta del Mezzogiorno".
di Giorgio Carta
Uno è singolare, due è plurale. E in questa inopinabile considerazione si identifica e si esaurisce il pluralismo del PD.
La formazione del comitato costituente ha confermato come quella che è stata da troppi definita una fusione a freddo tra DS e Margherita sia l’ineluttabile conclusione di un processo politico che possiamo definire un mini-compresso storico.
Da diversi anni, il dibattito politico si è incentrato sulle difficoltà del governo del Paese determinate, da un lato, dai processi della globalizzazione, con conseguente mutamento della società, dall’altro, dall’inadeguatezza di un sistema politico frammentato e disomogeneo.
Il cosiddetto bipolarismo zoppo, carico di contraddizioni in ambedue le componenti, aveva posto l’esigenza di un ripensamento rapido della dialettica politica italiana, per rispondere alle sfide del terzo millennio.
L’ipotesi di creare all’interno della sinistra non solo un’alleanza per vincere le elezioni e governare il Paese, ma di riavviare un processo di riaggregazione di forze omogenee, ha dato adito a diverse ipotesi di lavoro.
C’era chi pensava che l’unione dei riformisti di ispirazione socialista da un lato e quelli di ispirazione liberaldemocratica e cattolica, dall’altro, dovessero costituire i due nuclei di aggregazione - che assieme con le altre forze di sinistra - avrebbero potuto costruire una stabile alleanza di governo, con un programma adeguato da sottoporre al vaglio elettorale.
Altri, considerando insufficiente questa prospettiva, con una serie articolata di argomentazioni che non mi soffermo a rievocare, ritenevano che per rispondere alle istanza della nuova società bisognasse far fare un passo in avanti alla politica iniziata con l’Ulivo e costituire il PD.
Mesi fa avevamo considerato questa ipotesi un’interessante intuizione politica, ma richiamavamo l’attenzione su due punti essenziali dell’affaire: da un lato il pericolo che il progetto, se lanciato dall’alto, senza concedere ai cittadini un adeguato tempo per metabolizzarlo, potesse provocare fenomeni di rottura.
Dall’altro, che un progetto che non avesse come punto fermo l’obbiettivo di creare una forza realmente plurale difficilmente avrebbe potuto essere aggregante.
Al momento, pare siano emersi solo questi aspetti negativi. Il più grande partito, almeno fino a ieri, della sinistra ha subito delle pesanti mutilazioni. Né è dato di conoscere quale sarà l’impatto reale all’interno del riformismo di ispirazione cattolica, anche in considerazione delle grosse divergenze che emergono su temi eticamente sensibili.
Per quanto concerne il pluralismo stile PD, abbiamo assistito ad una cencelliana spartizione delle seggiole del comitato costituente tra dirigenti DS e DL, definiti da alcuni come oligarchia diretta.
E’ stata, poi, nominata un’oligarchia derivata, il cui requisito indispensabile è quello di non essere espressione di partiti politici organizzati, tanto da essere costretti a qualificare alcuni come indipendenti, a dispetto del curriculum vitae.
Adesso si arriverà alla fatidica data del 14 ottobre nella quale si eleggerà l’Assemblea costituente. Ho idea che questo processo si svolgerà come l’assemblea di una SPA, dove l’azionariato diffuso ratificherà le decisioni prese altrove dagli azionisti di riferimento riuniti in un ferreo patto di sindacato.
Leggendo le relazioni congressuali di Fassino e di Rutelli ci era sembrato di poter superare dubbi e perplessità e di essere disponibili fin dalla fase costituente ad un grande progetto di riorganizzazione della politica.
Avevamo immaginato un grande contenitore che, pur portando alla reductio ad unum di partiti e movimenti, consentisse a tutti di non sentirsi ospiti affinché anche quelli numericamente piccoli potessero sentirsi co-fondatori di qualcosa di nuovo.
Al momento possiamo solo dire che “abbiamo capito male”; e, se la cosa resterà così, non esiteremo ad aggiungere che “non ci interessa”.
On. Giorgio Carta
di Ciro Tinè
Amarezza,sconcerto e profonda delusione sono i sentimenti scatenati dal vertice di Berlino dove sembra che tutti abbiano vinto qualcosa,ma come al solito chi ha perso ed è stato umiliato è il popolo europeo! Non è assolutamente procrastinabile la scelta di un REFERENDUM europeo che sancisca,senza ma e senza se,la volontà dei cittadini di vedere realizzata un EUROPA con pieni poteri POLITICI per la difesa della pace,della solidarietà sociale,della sicurezza e della regolamentazione della immigrazione. Non è più concepibile che alcuni paesi possano continuare a ricattare con il VETO la maggioranza di quelli che auspicano la tanto sospirata COSTITUZIONE.
Sono ormai trascorsi 50 anni dai trattati di Roma, con i quali si era sancita la nascita della comunità Europea, per dare inizio ad un cammino che avrebbe dovuto portare alla creazione degli STATI UNITI D'EUROPA in competizione FORTE con USA, CINA e RUSSIA.
Il popolo europeo non più attendere e Polonia, Inghilterra e Olanda non devono vanificare gli sforzi fin qui sostenuti,ecco perchè è necessario DARE VOCE ai cittadini. I tempi degli egoismi nazionalistici sono scaduti ed è impellente la necessità di un ordine complessivo in materia estera,giustizia e solidarietà sociale se vogliamo veramente competere con gli altri. Noi socialdemocratici lo abbiamo scritto nel nostro DNA e dobbiamo essere i propugnatori di un ordine nuovo che veda realizzato il desiderio dei nostri padri costituenti,che vedevano nell'EUROPA politica la via giusta per il mantenimento di una PACE stabile e definitiva.
I popoli Europei hanno estrema necessità di ordine e di omogeneità. Impegnamoci fin da oggi a sostenere la campagna di raccolta di firme per il REFERENDUM per la richiesta di una nuova COSTITUZIONE EUROPEA.
Ciro Tinè
Segretario Prov. Treviso
Direzione Nazionale
Ai Segretari Regionali PSDI
Cari compagni, è convocata per sabato 30 giugno p.v. , in Roma, alle ore 14.00, presso l’AIC (Associazione Italiana Coltivatori) , Via Torino n. 95 , una riunione dei Segretari Regionali per rilanciare l’azione politica ed organizzativa del Partito ed una verifica dei risultati elettorali nelle ultime elezioni amministrative. Poiché la riunione si svolgerà dopo i lavori della Direzione saranno esaminati gli eventuali provvedimenti assunti in tema di tesseramento e Congresso.
In attesa di incontrarVi, invio cordiali saluti.
Roma, li 21/06/2007
IL SEGRETARIO NAZIONALE
On. Giorgio Carta
In una nota a firma congiunta il Segretario Regionale del PSDI, Mimmo Magistro ed il Capogruppo alla Regione Puglia, Beppe Cioce, tornano sul problema dell’utilizzo delle spiagge pubbliche.
“Siamo tra coloro i quali – affermano i due esponenti del PSDI – ritengono che a tutti i cittadini ,debba essere garantito l’accesso al mare, bene di tutti. Per fare questo occorre risolvere due problemi. Il primo è quello di rendere fruibile buona parte degli 820 chilometri di coste ( le spiagge in concessione a privati non sono più dell’8% del totale) e dall’altro contemperare l’esigenza dei diritti collettivi dei cittadini con i diritti dei concessionari demaniali che hanno acquisito dallo Stato– attraverso il pagamento di un canone – una parte di quei diritti e vogliono legittimamente servirsene per la loro attività imprenditoriale.
Se non si comprendono questi due concetti, si fa solo demagogia e non si educa al rispetto delle leggi. Oggi il problema più importante è offrire ai cittadini meno abbienti non solo la possibilità di farsi un bagno ovunque, ma di poter prendere il sole e piantare l’ombrellone in una spiaggia degna di questo nome, con i confort minimi come a “Pane e pomodoro” e deve essere fatto dai Comuni ripulendo spiagge e fondali di tutta la Puglia, non aizzando la gente contro gli imprenditori turistici che da anni - quasi sempre con un rispetto per l’ambiente eccezionale – assolvono alla funzione di far crescere la nostra regione. Mettere sotto accusa, in maniera indiscriminata, le località più belle della Puglia, villaggi turistici e strutture alberghiere, che hanno investito centinaia di miliardi di lire, significa vanificare il lavoro di anni ed allontanare gli investitori. La Regione fermi chi ha deciso di smantellare i luoghi più belli della Puglia che sono tali perché sono amorevolmente accuditi. Sia chiaro, i socialdemocratici sono contro chi inquina e danneggia le coste, ma anche, sono contro chi – demagogicamente – vuole criminalizzare i concessionari demaniali".
Partito Socialista Democratico Italiano
DIREZIONE NAZIONALE
Roma , li 20 Giugno 2007
Ai componenti la Direzione Nazionale PSDI
Oggetto: convocazione Direzione Nazionale PSDI
Cari compagni, la Direzione Nazionale del Partito è convocata per le ore 22.00 di venerdì 29/06/2007 in prima convocazione e per le ore 12.00 di sabato 30/06/2007 in seconda convocazione, in Roma, presso i locali dell’AIC (Associazione Italiana Coltivatori), Via Torino n. 95 , con il seguente o.d.g. :
1. comunicazioni del Segretario Nazionale;
2. dichiarazioni di decadenza e di perdita di qualità di iscritto in applicazione dell’art. 17 , II comma dello Statuto;
3. modifiche statutarie;
4. conto consuntivo 2006 e bilancio di previsione 2007. Provvedimenti conseguenti;
5. relazione Commissione d’indagine sul tesseramento. Provvedimenti conseguenti;
6. tesseramento 2007;
7. convocazione Congresso Nazionale;
8. approvazione Norme congressuali;
9. nomina Commissione Nazionale di Garanzia;
10. sede legale PSDI – modifica;
11. varie ed eventuali.
Fraterni saluti.
IL SEGRETARIO NAZIONALE
On. Giorgio Carta
Conclusa la tornata elettorale delle elezioni amministrative,con buoni risultati per il Partito,credo giunto,se non superato,il momento di affrontare temi politici nazionali di indubbia importanza.
Con una politica che sembra andare più veloce di noi,in un quadro generale di continuo e contraddittorio mutamento,il Partito non si può più permettere di guardare ed aspettare l'evolversi deglio eventi.
Credo a tutti evidente che il PSDI,nella attuale situazione,a nulla può aspirare se non a risultati locali legati più a vicende particolari che non ad una evoluzione del quadro politico.
Una legge elettorale in arrivo e le indubbie e conosciute difficoltà economiche e di comunicazione,senza dimenticare la evidente volontà di altre forze politiche di concederci solo comparsate, non sembrano certo un buon viatico per una nuiova crescita e per una reale autonomia nel panorama politico nazionale.
Non occorre dimenticare inoltre la necessità di una semplificazione della politica e di un recupero del rapporto cittadini-politica che appare quanto mai compromesso.
In un quadro non certo esaltante ed in riferimento ai progetti che vengono presentati,PD e Costituente Socialista,credo opportuno che il PSDI prenda posizioni concrete.
Scelte in cui la parola autonomia sembra più una chimera realizzabile localmente che una realtà.
E' anche vero che grande confusione e grandi limiti sembrano appartenere sia al progetto del PD che a quello della Costituente Socialista.
Costituente chew ad oggi appare più come un tentativo di aggregare frazioni che non un progetto politico che,azzerando il quadro esistente,possa ritrovare contenutio e valori per la riapertura di un dialogo con la società.
Dialogo per troppo tempo eluso nel tentativo di recupero di un passato che era ormai solo storia.
Non meno confuso il futuro del PD,poco compreso e poco amato,che paga anche lo scotto di cercare di crescere all'ombra di un governo deludente e contraddittorio.
Anche qui pochi contenuti e poche idee se non legati ad operazioni getsionali e di vertice fatte dai soliti noti.
Farebbe bene alla crescita del PD una vera fase costituente e forse la crescita in un momento di opposizione per evitare di portarsi le contraddizioni del potere.
Personalmente escludo ogni forma di possibile collusione con la sinistra radicale ritenendo che questa debba sciogliere il nodo tra l'essere forza di governo o forza antagonista.
Credo però che il Partito debba tracciare una sua linea per non rischiare di essere di nuovo ospite in un secondo momento.
Non credo più rinviabile un Congresso Nazionale e spero terminata quella fase di conflitto interno che ci impedisce di far politica.
Paolo Bigliocchi
Disposizioni in materia di tutela del diritto all’oblio dei soggetti sottoposti a procedimento penale. Clicca qui per scaricare il documento.
Ai Vicesegretari Nazionali G. Greco e M.Magistro
Cari Giovannino e Mimmo, ho ricevuto la lettera con le determinazioni della direzione. Apprezzo e ringrazio per gli attestati di stima. Il ripristino della legalità ed il senso di responsabilità mi inducono a non reiterare le dimissioni a condizione che si giunga rapidamente al congresso onde definire linea politica ed assetti organizzativi.La direzione dovrà dare esecuzione alle norme deliberate e procedere agli adempimenti congressuali.Intendo assumere la funzione di garante nei confronti di tutti nella speranza che cessi questa ventata di follia che ha portato tante dolorose lacerazioni. Invito pertanto tutti al massimo impegno per giungere entro settembre alla conclusione del congresso. Vi invito altresì a verificare con i compagni una data utile per convocare quanto prima la direzione.
Cordialita’
Giorgio Carta
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