Di seguito tutti gli interventi pubblicati all'interno del sito, disposti in ordine cronologico.
Il Papa Benedetto XVI è ancora una volta intervenuto per richiamare i vertici dell’Unione Europea a ricordare le radici cristiane nella redazione della Costituzione. Il nostro Ministro Amato che fu coartefice della prima bozza di Costituzione sul Corsera di ieri ci informa che la nuova Costituzione non conterrà alcun preambolo, per cui la questione sarebbe risolta come Alessandro Magno sciolse il nodo di Gordio. Dello stesso parere la Cancelliera Merkel che richiama “ tradizioni secolari secondo le quali nei documenti degli Stati non ci possono essere riferimenti alla fede”. In contemporanea Prodi, ricordando come dovette rimettersi in tasca l’emendamento del riconoscimento delle radici cristiane che voleva proporre, ci dice che dobbiamo guardare al futuro ed aprirci ad “una laicità nuova”. Mario Monti a sua volta ci esprime la preoccupazione di un “vuoto pericoloso tra un orgoglio legittimo fondato su 2000 anni di storia ed una richiesta pure legittima di orientare il futuro”.Egli riflette che, però, in circa 2000 anni di ispirazione cristiana l’Europa è stata dilaniata da guerre, mentre da cinquant’anni, cioè da quando c’è questa sia pure imperfetta ed incompleta integrazione di stati europei non c’è più guerra. E dice “ il trattato di Roma non ha introdotto valori etici, ma ha indotto a praticarli” e cita la solidarietà intergenerazionale (finanza pubblica e politica per l’ambiente) e metodo comunitario con pari trattamento per stati grandi e piccoli. Dopo la bocciatura della prima bozza, riprendendo il discorso sulla legge fondamentale ritornerà, credo, il problema di una definizione dei fondamenti etici necessari per un’Europa con ruolo politico, che non deve continuare ad apparire, e non solo, come un accordo societario tra capitalismi di varia intensità e forza, più o meno liberisti; un’Europa di banchieri e di mercanti. Ora, nell’occasione del cinquantenario del Trattato di Roma il tema ritorna sul tappeto, con scadenza 2009. In particolare mi sembra necessario soffermarci sulla “laicità nuova” citata da Prodi, che non solo sembra accantoni il richiamo alle radici cristiane, ma anche lascia ipotizzare l’inclusione di valori laici diversi da quelli finora considerati. Proprio in un’intervista del 24 marzo u.s. a RAI 3 Emma Bonino ci dice che l’Europa non ha come riferimento o radici la cristianità, ma afferma valori laici, quale la libertà, la parti dignità, la giustizia sociale, ecc.. Pur se glissato dalla Bonino, come capita spesso ad altre persone colte atee o di altro credo religioso, si sa che quei valori sono stati esplicitati e si sono diffusi nell’Europa della Civitas Romana partendo dalle rive del Giordano e non c’erano prima a Roma, nè sulle rive del Gange o del Fiume Giallo, e neppure spuntarono sei secoli dopo tra i minareti. Ora ci domandiamo, Prodi pensa che i valori dell’Europa validi all’epoca del Trattato di Roma e di indiscutibile matrice cristiana siano ormai obsoleti, vadano del tutto archiviati e sostituiti da altri ? Intende Prodi per “valori laici nuovi” i valori fondanti della civiltà islamica? O di altre ancora? Le affermazioni di Prodi, che è stato fino a poco fa al vertice della Comunità Europea ci obbligano ad andar ben oltre a quanto ritengono sufficiente sia Amato, che Monti e la Merkel. Il problema non è se è citate oppure no le radici cristiane. Il problema è che se citate si pongono come cemento etico quei valori introdotti nella società civile dal cristianesimo (quindi non è un fatto di fede), se non citati bisogna chiarire se e come farli vivere giuridicamente nella gestione dell’allargata nazione Europa. Un esempio per tutti, come si coniuga la “pari dignità” insieme alla diversa dimensione sociale della donna tra Cristianità ed Islam? Non credo che il pur indiscutibile bene comune della realizzazione di un’Europa politica possa essere elemento sufficiente per supplire norme di convivenza condivise, se non c’è condivisione di valori etici. Se, come dice Monti, le cose sono andate bene in pace tra i Paesi europei senza bisogno di codificare i valori etici, non è,per caso, avvenuto perché l’integrazione richiamata da Monti è stata tra paesi a stragrande maggioranza cristiana e questa generava la legge non scritta? Dopo l’ondata migratoria di quest’ultimo decennio non sono incominciati scontri e difficoltà per contrasti di usanze, di regole di vita nei e tra i Paesi della Comunità? Il fatto di non parlarne, di non fare menzione in una Carta Costituzionale di valori che costituiscono il fondamento etico di una società, sia di un solo stato che di unione di stati, non sembra prefiguri scenari rassicuranti quando si completerà l’allargamento dell’Europa. Anzi, fa temere di non partire col piede giusto, se si vuol evitare che ai duemila anni di guerre richiamate da Monti seguano altri secoli di conflitti religiosi scatenati da divergenti concezioni dei rapporti interumani e di quei valori laici richiamati dalla Bonino. Bisogna, certo, come dice Prodi guardare ad una laicità nuova, ma tenendo in chiaro che sui valori civili generati da culture religiose diverse va ricercata la base etica comune ed esplicitata nella Carta per rendere cogente la norma condivisa. Naturalmente quanto detto non va inteso come difesa dell’esclusività di valori di questa o quella religione e quest’argomento non ha niente a che fare con la fede. La vecchia Europa ha mutuato valori dalla religione cristiana e non è detto che siano gli unici possibili per una convivenza migliore e non possano esservi altri di altre culture da considerare. Ciò che conta nella costruzione di una nuova aggregazione sociale e politica è la consapevolezza che la dimensione umana non è soltanto quella del homo oeconomicus, anzi si sostanzia nell’individualità e nell’alterità di valori etici . Va altresì considerato che non basta l’enunciazione di valori, ma serve la norma con cogenza di universale osservanza, altrimenti si rischia di ripetere l’inefficacia nei secoli scorsi dei pur diffusi valori cristiani, che, come Monti ci ha ricordato, non furono sufficienti per evitare bagni di sangue qua e là per l’Europa. E non sono bastati neppure per evitare l’indegna stagione della tratta dei negri ieri, dello sfruttamento degli immigrati clandestini oggi.
26 marzo 2007
GIOVANNI GRIECO
Poichè non riconosco l'attività di via dell'oca, qualsiasi documento, facente riferimento ad essa, lo considero inopportuno e richiedo la sospensione di qualsiasi notizia o iniziativa. Personalmente continuo a fare riferimento UNICAMENTE alle iniziative e programmi della Direzione, da voi SOSPESA,attualmente operante. Sono e sarò sempre difensore dei pricipi democratici che regolano la vita interna dei partiti e pertanto continuerò a rivolgermi a coloro che sono stati inopinatamente e ingiustamente espulsi(?!!?). Tanto dovevo per onore della verità CALPESTATA.
Loria 18.03.2007
Ciro Tinè
segretario provinciale TREVISO
Il Sig Renato d’Andria deve avere una personalissima opinione delle regole, della democrazia, della politica e del ridicolo.
Dopo aver ribadito, ancora una volta, che – dal suo punto di vista - Cioce e Magistro sono stati espulsi dal PSDI, ci informa oggi, attraverso il suo sito, che l’on. Carta non c'entra nulla con il PSDI e che gli incontri tenuti a Bari e a Trani devono intendersi di carattere personale.
Ci siamo sorbiti in queste settimane le sue solenni dichiarazioni su tutto lo scibile umano. Probabilmente mal consigliato, egli si è pronunciato su tutte le leggi tranne che quelle della fisica.
Abbiamo letto dell’interminabile elenco delle personalità che avrebbero dovuto presenziare al “raduno” di Fiuggi, scoprendo poi che né Pannella, né Pecoraro Scanio, nè Craxi, né Di Pietro, né Cesa, né i loro numeri 2, 3 o 4, pur annunciati, li ha degnati della loro presenza. Qualsiasi persona con un po’ di amor proprio sarebbe stata portata a fare una riflessione ed un mea culpa. Invece, niente, lui a testa bassa è andato ad uno scontro, impopolare ed impolitico, che non appartiene alla storia ed alla tradizione dei partiti e della democrazia, meno che meno alla pur travagliata storia del PSDI.
Dichiarare che il PSDI non ha un deputato, né un consigliere regionale, e rinnegare i dirigenti di una grossa realtà elettorale come quella pugliese, significa ridimensionare la forza e le prospettive future del PSDI. Un po’ come emulare quel marito che nelle barzellette ritiene di fare un dispetto alla moglie tagliandosi .. gli attributi.
Ci permettiamo di ricordare al Sig. d’Andria che il PSDI non è una sua azienda e che:
1) a tutt’oggi non è dato sapere dove, come e quando si è iscritto al Partito e, soprattutto, chi ha accettato la sua iscrizione;
2) a Bari – Trani c’erano i 2/3 della Direzione Nazionale, i rappresentanti delle regioni con i 2/3 dei voti politici acquisiti dal PSDI al Senato ed il 100% dei compagni pugliesi del nuovo direttivo regionale, il 100% dei consiglieri regionali, provinciali e comunali eletti in Puglia in liste socialdemocratiche;
3) I vertici istituzionali di Regione, Provincia di Bari (che hanno fatto pervenire il loro saluto e la loro stima) e dei comuni pugliesi, i dirigenti regionali, provinciali e comunali dei partiti del centrosinistra, riconoscono come espressione del PSDI i compagni Cioce e Magistro oltre, naturalmente, ai compagni, Abbati, Ventura, Coppi, Scardicchio, De Finis, etc.., perché democraticamente eletti e li riconoscerebbero come tali, comunque e sempre, perché conoscono la loro storia e quella del PSDI e, purtroppo, stanno imparando a conoscere anche quella dei presunti nuovi vertici;
4) sarà il Tribunale di Roma, il prossimo 20 marzo, a stabilire chi è legittimato all’uso del simbolo. Sino ad allora ci sentiremo, sempre, con orgoglio rappresentanti del PSDI e considereremo la segreteria del sig. d’Andria abusiva ed illegittima, come ogni sua decisione.
Ancora qualche giorno e festeggeremo il nostro “25 aprile”.
I Socialdecratici Europei

In occasione del 60° anniversario, la "Fondazione Di Vagno" organizza un incontro a tema su Palazzo Barberini ed il Socialismo Italiano.
Caro Mimmo, concomitanti e precedenti impegni istituzionali non mi consentono di partecipare al convegno “i socialdemocratici ed il partito democratico”. Nel ringraziarti per il Tuo cortese invito, auguro a tutti i presenti un buon lavoro ed invio un caloroso saluto.
Vincenzo Divella
Ho ricevuto il vostro cortese invito a partecipare al convegno nazionale sul tema:”i socialdemocratici ed il partito democratico”. Purtroppo, per inderogabili impegni istituzionali precedentemente assunti, non potrò essere presente. Desidero, tuttavia, far pervenire a Voi tutti l’espressione della mia più alta considerazione e ideale partecipazione e gli auguri di buon lavoro Con i miei più cordiali saluti.
Nichi Vendola – Presidente Regione Puglia
CARTA: SI ALL’ALLEANZA DI TUTTI I SOCIALISTI, DS COMPRESI
I socialdemocratici italiani - a Trani – hanno discusso del loro futuro con un’ occhio particolare alle vicende pugliesi. In concomitanza con i lavori della Direzione Nazionale si è infatti svolto un convegno sul tema "i socialdemocratici ed il Partito Democratico" cui sono intervenuti , tra gli altri, l' On. Giorgio Carta, il capogruppo alla regione Puglia, Avv. Beppe Cioce, i vice segretari nazionali, Mimmo Magistro e Giovanni Grieco, il Presidente del Consiglio Nazionale, Alberto Tomassini, l'on. antonio Pappalardo il segretario della federazione BAT, Alfonso Ventura ed il segretario cittadino, Antonino Battista. Erano presenti, altresì, i Segretari delle province pugliesi, Annino De Finis, Onofrio Scardicchio, Luigi Fabiano, Francesco Vetrano nonchè molti componenti della direzione nazionale, effettivi e supplenti ed alcuni segretari regionali.
L ’on. le Giorgio CARTA – deputato del PSDI- ha dichiarato: “Preoccupa il fatto che il dibattito politico sulla nascita del Partito Democratico rischi di provocare ancora una volta lacerazioni all’interno della sinistra con rischi di rotture, come nella tradizione purtroppo dei partiti dell’area socialista”. “Peraltro - ha continuato Carta - le varie componenti socialiste e socialdemocratiche sentono il disagio di dover tentare forme di riaggregazione che, senza l’apporto dei DS, allo stato attuale, potrebbero considerarsi un non senso politico. Siamo altresì convinti che se il progetto politico continuerà ad essere un processo duale tipo mini compromesso storico, in salsa socialista, non avrà il consenso auspicato. Un’aggregazione plurale, rispettoso di tutte le storie e le culture ci troverà consenzienti”.
Sul fronte delle alleanze in Puglia, il Segretario Regionale, Mimmo Magistro ha insistito sul fatto che “Siamo stati leali alleati di Vendola, prima, durante e dopo la campagna elettorale. “Da due anni sosteniamo il suo governo regionale e desideriamo continuare a farlo. Abbiamo avuto nei giorni scorsi, unitamente al capogruppo, Avv. Beppe Cioce, un amichevole incontro sui temi dell’attualità politica a conclusione del quale abbiamo ribadito l’esigenza – peraltro condivisa da Vendola - di trovare momenti di confronto politico e di partecipazione attiva al governo complessivo della Regione Puglia. Siamo fiduciosi, ha aggiunto Magistro – che Vendola non verrà meno agli impegni assunti.
“Non si tratta di dare ultimatum - ha aggiunto l’ Avv. Beppe Cioce – ma pensiamo che dopo l’approvazione del bilancio si possa aprire, d’intesa con Vendola e gli altri partiti di maggioranza, una nuova fase di rilancio del governo regionale con l’inserimento di nuove forze “fresche”. Non deve scandalizzare l’idea di una possibile rotazione in Giunta. Il sostegno leale a Vendola, ovviamente, proprio per la nostra assenza dalla giunta e dagli altri centri decisionali, non può impedirci di esprimere perplessità in ordine ad alcuni problemi come i requisiti per i concorsi per dirigenti, lo sperpero di denaro pubblico in qualche Azienda Sanitaria o, più in generale, per alcune delibere la cui opportunità – più che legittimità – è tutta da dimostrare”.
Al convegno, hanno fatto perveninire le proprie adesioni il Presidente della Giunrìta Regionale, Nichi Vendola ed il Presidente della Provincia di Bari, Vincenzo Divella.

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, domenica 11 marzo, sul quotidiano "Puglia".

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, domenica 11 marzo, su "Barisera".

Ecco l'immagine relativa all'articolo pubblicato oggi, domenica 11 marzo, sulla "Corriere del Mezzogiorno".
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